Il paese dimenticato dal tempo Bonnot dalla Nuova Guinea a Marseille
Autore: Silvia Bellucci
Testata: Poltroneverdi
Data: 30 dicembre 2013
È uscito a luglio di questo 2013 per le Edizioni E/O il romanzo noir Il paese dimenticato dal tempo di Xavier-Maie Bonnet. Il Tempo richiamato dal titolo è la parola chiave del libro, sono due infatti i piani temporali su cui si snoda la vicenda, con un lungo intervallo di settanta anni. Nel 1936 la Marie-Jeanne ammaina le vele per approdare sulle spiagge della Nuova Guinea. Attraverso l’affascinante diario di bordo conosciamo le gesta del gruppo di esploratori francesi che viaggiano spinti dalla curiosità di conoscere gli indigeni e le loro usanze fondate sulla venerazione della morte. Due sono i personaggi di spicco, l’etnologo Fernand Delorme e lo studioso Robert Ballancourt, che con l’aiuto di una guida locale si addentrano nella foresta risalendo il fiume.
Sono passati settanta anni dall’approdo della Marie-Jeanne sulle coste della Nuova Guinea, è il 2006 e siamo a Marsiglia. L’ispettore Michel De Palma (già comparso nella precedente opera La prima impronta di Xavier-Maie Bonnet), alle soglie della pensione, si trova di fronte al cadavere del dottor Delorme, assassinato nel suo studio. Sul volto del cadavere è stata posta, probabilmente dall’assassino, una maschera tribale. Questo non è l’unico indizio che il colpevole ha lasciato, sulla scrivania, sotto il braccio senza vita del cadavere si trova una copia del testo freudiano “Totem e tabù”. Lo scritto specificato in quelle due pagine sembra avere tutto l’aspetto di un’indicazione: tratta la storia violenta di dell’uccisione di un padre per mano dei figli e il successivo atto di mangiare il cadavere per fare proprie le potenzialità paterne. Nello studio del defunto Delorme è inoltre scomparso il cranio degli antenati, un cranio papuano da collezione.
Le due storie si intrecciano, il mistero di infittisce e il diario di bordo del 1936 diviene indispensabile per organizzare gli indizi. Il Barone, appellativo del commissario De Palma, svolge l’indagine tra quotidianità e mistero, tra allucinazione e indizi reali.
Un duro compito quello di Xavier-Marie Bonnot: ambientare a Marsiglia una storia noir e definire il profilo di un ispettore di polizia. È infatti impossibile evitare per il lettore appassionato, al solo pronunciarsi della parola Marsiglia, un confronto con il maestro Jean Claude Izzo (anche esso edito per Edizioni E/O).
Si cova il sospetto, dimostratosi poi del tutto infondato, di trovarsi davanti allo scimmiottamento di Fabio Montale, famoso ispettore della trilogia di Izzo. Ma il comandante del reparto anticrimine, Michel De Palma, ha una configurazione del tutto originale, la sua maturità e la disciplina lo allontanano molto dal collega Montale. Tra Bonnot e Izzo non sussistono comparazioni, il medesimo concetto vale per i due protagonisti dei rispettivi romanzi. Bonnot non ha la minima pretesa di imitare Izzo, non punta a spodestare la pietra fondante della letteratura noir francese, la sua è una Marsiglia vista con altri occhi.
De Palma appoggiò il libro. Nel chiarore della luna il vento spingeva le nuvole verso est. Era l’ora in cui la gente usciva dagli uffici e dalle poche fabbriche sopravvissute alla crisi. La città si agitava un ultima volta prima di assopirsi.
Una storia intrigante e avvincente, con una struttura efficace e cristallina nonostante la complessità del sovrapporsi dei piani temporali.
Ne Il paese dimenticato dal tempo si compie un viaggio sia fisico che temporale, a bordo di un veliero di inizio Novecento e tra le strade di una moderna Marsiglia colorata e multietnica. La capitale del sud francese è una città che vive una continua sfida, il luogo perfetto dove ambientare una competizione tra guardie e ladri, tra ispettore e assassino, tra capacità e propri limiti. Il tutto sulle note di un flauto…