STORIA DI CHI FUGGE E DI CHI RESTA | Elena Ferrante | scrittura allo stato puro | recensione
Autore: Sara Cappai
Testata: 40Secondi
Data: 11 novembre 2013
Ci sono scrittori capaci di catapultarti in un mondo. Capaci in poche righe di restituire colori, odori e vissuti con una nitidezza che talvolta nemmeno le esperienze reali possiedono. Elena Ferrante è, senza ombra di dubbio, tra questi autori e l’ultimo volume delle trilogia iniziata con L’amica geniale ne è una solida conferma.
In Storia di chi fugge e di chi resta, troviamo le due protagoniste, Elena e Lila, nell’Italia disordinata e ribelle degli anni ’70. Le loro vite sembrano essere in antitesi, si allontanano per assumere una forma determinata, ed è come se entrambe cercassero con loro proprie scelte di spezzare la catena che le rende vicendevolmente subordinate. La storia che la Ferrante racconta va ben oltre la vita delle due protagoniste, insieme a loro è tutto il Paese a “crescere” e il rione della Napoli in cui sono cresciute a cambiare forma.
Ma ciò che trasuda potentemente da ogni pagina è la potenza della scrittura. Tra le righe riluce abbagliante la forza vitale e l’amore viscerale che quest’autrice consegna alla parola, e soprattutto a quella scritta. Elena Ferrante mette davvero il “cuore nudo e palpitante” in queste pagine, e per i lettori è tutto un tumulto di emozioni, passioni e dolori.
Elena Ferrante possiede molto di più del dono della scrittura, Elena Ferrante é la scrittura.