'Alcazar. Ultimo spettacolo': alla galleria Art&Co di Caserta presentato il libro di Stefania Nardini
Testata: Il Mattino / Caserta
Data: 4 novembre 2013
Sinergia tra cultura e territorio per rigenerare le menti, conducendole ad una reazione positiva che vada a colmare quei vuoti e sanare quelle ferite che la provincia di Caserta vive, è uno dei principi su cui si fonda Identità Nazionale, associazione nata dalla collaborazione di Gianfranco Paglia e Massimo Rossi e che sembra non deludere le aspettative. Identità Nazionale ha infatti presentato lunedì, presso la galleria casertana Art&Co di via Leonetti, “Alcazar. Ultimo spettacolo” firmato da Stefania Nardini, scrittrice e giornalista, romana ma da sempre legata alla terra campana, in particolar modo a Caserta, avendovi vissuto per cinque anni, e al capoluogo partenopeo. Ed è proprio da Napoli che si avvia la storia narrata nel suo ultimo romanzo. Una Napoli ambientata negli anni 30-40, la fame, la guerra, il fascismo e l’affermarsi delle legge razziali, fanno da incipit al romanzo: una nave dal porto di Napoli con a bordo la compagnia teatrale Landi prende il largo per giungere a Marsiglia, città che accoglie gli emigranti nel momento dello scoppio della seconda guerra mondiale, e dove è ambientato l’intero romanzo. E’ una storia di memoria capace di raccontare “chi siamo stati”; una storia che si costruisce su elementi fiction ma anche su passi reali, questi ultimi legati alla figura della protagonista Silvana Landi, madre dell’autrice che ha vissuto in prima persona i tempi della guerra e la crisi che ha colpito le case degli italiani, tanto da immergersi nella figura di trasformista per dare una mano economica alla propria famiglia. E’ una storia di memoria in termini personali che ben sviluppa tematiche culturali e sociali, come ad esempio quella dell’omosessualità legata al co-protagonista Cordera, al secolo Gino Sartori, e che esalta “la significatività di quelle che sono state le persecuzioni degli omosessuali e di quanto esse abbiano cambiato le relazioni nel mondo omosessuale” a detta della Nardini. Significativa anche la scelta di ambientare la storia a Marsiglia, città molto cara all’autrice, in cui ha vissuto per ben undici anni, e in cui ha riscontrato “un’atmosfera ed un fascino particolare che ricorda una Napoli che io non ho vissuto”. In una sorta di atmosfera a mo’ di caffè letterario, il libro è stato presentato tra le curiosità dei partecipanti e gli adattamenti teatrali di alcuni passi significativi ad opera di Pierluigi Tortora, voce importante del teatro casertano. A moderare l’incontro tra la scrittrice e il pubblico, è stato il critico d’arte Massimo Sgroi che nel romanzo della Nardini riconosce l’opportunità di “recuperare sentimenti di memoria di cui l’uomo del terzo millennio ha bisogno. Non è solo la storia della mamma dell’autrice, può essere la storia di tutti”.