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UNDERCOVER

Autore: Lavinio Ricciardi
Testata: Circolo Leopardi
Data: 7 ottobre 2013

Un libro realmente bello. Un thriller italiano, quale non ne leggevo dai tempi del primo Colizza. Il genere, pur se lo coltivo da moltissimi anni, non offre – sul piano degli autori nostrani – niente di così eclatante da molto tempo. E questo autore, al suo terzo thriller (gli altri, Legame di sangue, Mondadori, 2009 [ * ] e I condannati, Mondadori Giallo, 2012 [ * ], non li ho letti), e al suo quinto romanzo, promette di saperla lunga su come si scrive un thriller.
Non tutti ne sono convinti. Ci sono anche pareri più morbidi del mio. Ma a me i thriller sono forse il genere letterario che più apprezzo. Non sempre sono libri che scorrono via facilmente, come questo di Riccardi.
Ho trovato in questo libro due elementi realmente apprezzabili. Il primo è l’originalità della storia. La quale emerge piano piano, nelle prime pagine ancora non si palesa quale sia il legame tra i capitoli, che introducono fatti avvenuti in tempi diversi fra loro…, questo agente sotto copertura non si comporta come il protagonista di Agente sacrificabile di Colizza [ * ], appare piuttosto diverso e scappa fuori a frammenti.
Più avanti nel libro, si comincia a percepire come la storia si va intrecciando ai fatti che sono apparsi all’inizio, in modo – appunto – frammentato. E il libro avvince sempre più, prende. Non ci sono stati molti altri thriller italiani che abbiano preso l’attenzione e la voglia di leggere come questo. Lo stesso Almost Blue [ * ], un classico di Lucarelli, ripubblicato di recente, non ha la scorrevolezza di scrittura di questo libro di Riccardi, ed anche se la vicenda di Almost Blue è davvero thrilling, il libro non prende come questo.
In Undercover c’è di tutto: mafia, intrighi internazionali, affetti ed amori, sentimenti forti nati nell’infanzia del protagonista, e tanto altro ancora. Ma – come ho già detto e ripeto – ciò che attira di più i lettori, neofiti del genere o smaliziati che siano, è la scorrevolezza e la facilità di lettura. La dote senz’altro da sottolineare ripetutamente. È proprio questo che fa da contorno alla trama avvincente, rendendo la lettura non interrompibile: questo che – a mio avviso – è l’altro elemento profondamente apprezzabile, in un panorama letterario che non porta – tra le novità del genere noir – granché di altrettanto valido.
In ultima analisi mi sento di consigliare a tutti i lettori, di qualsiasi genere siano appassionati, questo libro, frutto di una ricerca definita, in postfazione al libro, un “gioco di squadra” dallo stesso autore. Un libro che non solo si fa leggere con straordinaria facilità, ma conquista a poco a poco fino a rendere la lettura un vero e proprio divertimento. Alla fine ci si rammarica che il libro sia finito.
Riguardo alla trama, oltre alla progressione di fatti che all’inizio appaiono non collegati e pian piano si rivelano molto intrecciati tra loro, c’è un finale completamente inatteso e che fa parte anch’esso del gioco di thrilling di cui il libro è cosparso. Anche di questo elemento – la trama vera e propria – sono rimasto particolarmente soddisfatto. Spero che quanto ho detto possa suggerirne la lettura ad un gran numero di persone, anche se non proprio interessate al genere noir.