E scomparso Gino Santoni
Autore: Marilù Oliva
Testata: L'Unità
Data: 25 settembre 2013
ISTRUZIONI PER L’USO
Categoria farmacologica:
Farma-detector
Indicazioni terapeutiche:
Vi aiuta a trovare le cose/persone/memorie scomparse
Composizione ed eccipienti:
Gino Santoni, nome d’arte Cordera.
Una trasformista determinata, generosa e piena di passione, Silvana Landi.
Fughe e ritorni. Scomparse e ricerche. Pregiudizi, prevaricazioni, potentati.
Notizie rubate clandestinamente alla radio.
Un teatro, l’Alcazar, con poltrone di velluto scuro, logge in stile moresco e puzza di sigarette.
Poi porti, sbarchi, la malavita marsigliese, un boss che s’innamora e una donna che non vuole sapere. Fino a un certo punto.
Una memorabile storia di amicizia, talento, amore, fatica e guerra snodata tra l’Italia – Napoli, Roma, ma non solo – nell’epoca del fascismo, restituita nella sua autenticità, e la Francia, assaporata attraverso i suoi profumi, le sue atmosfere, ma anche attraverso assaggi del suo idioma e dei suoi slang – ritals, milieu, manquer, voyus.
Consigliato a tutti, benefico per:
Chi non è mai salito su un palcoscenico
Chi non fugge dal sopruso
Chi non si cambia mai d’abito
Chi non ha ancora superato qualche umiliazione
Chi non ricorda le canzoni
Controindicazioni:
Ai tirchi in amore e a chi non ha mai regalato rose rosse alla sua bella, potrebbe provocare un leggero dolorino all’altezza del portafoglio.
Posologia, da leggersi preferibilmente:
In totale libertà
Effetti (in)desiderati:
Gli omofobi si libereranno di ogni ignoranza e preclusione
Avvertenze:
Conservare di fianco ai libri di Jean-Claude Izzo. O alla scatola di latta in cui custodite i biglietti consumati dell’ultimo spettacolo.
Onde-radio:
«Erano le cinque del pomeriggio. Nel rione Sanità c’era una strana atmosfera. Il pullulare di vita, teatro di grida e affanni, aveva colori torbidi.
Vico San Vincenzo era un livido imbuto che avrebbe voluto aprirsi al sole. Il mare non gli regalava brezza. Il profumo di limoni era un’idea leggera e fatua strangolata dalla melma dei tombini e dall’olezzo del piscio.
Quando il sorriso era in agonia non c’era canto a regalare sogni, non c’era ammuina capace di strapparti all’antica fame. Tutto era quello che era. Dolore.
Nel vicolo comandava la preghiera. Il rito della speranza».
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«Pensa a mio padre. Il suo unico torto era quello di essere socialista. E io? Mi sono inventata un mestiere, un’arte, immaginando che il palcoscenico fosse la protezione da tutto questo schifo. Mi trasformo, Nando, mi trasformo per prendere le distanze dalle soubrette, dalle attricette e da tutte le puttane del regime! Mi trasformo per mettere un muro tra me e la realtà».
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«Fuori c’era l’inferno: fontane di fuoco lanciavano sibili che si trasformavano in boati. Le case si sgretolavano inghiottendo nelle macerie corpi maciullati.
Un massacro. Tra il Vieux-Port, quai des Belges e i boulevard vennero ritrovati i cadaveri di sessantaquattro innocenti. Marsiglia era sfregiata. Il mare non era che il testimone accorato di un doloroso tormento, il volto sciagurato della drôle de guerre, la strana guerra».
L’autrice: Stefania Nardini, giornalista e scrittrice, è nata a Roma e vive tra Marsiglia e l’Umbria. È autrice di Matrioska (Pironti 2001), Gli scheletri di via Duomo (Pironti 2009) e di Jean Claude Izzo, storia di un marsigliese (Perdisa Pop 2010), biografia romanzata del grande autore francese grazie alla quale ha ottenuto numerosi riconoscimenti. I suoi racconti compaiono in diverse antologie.