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Il mondo visto con gli occhi di un gatto: un libro per sorridere e commuoversi

Autore: Silvana Mazzocchi
Testata: La Repubblica
Data: 17 settembre 2013

Possibile che un gatto possa alleviare i dolori e le preoccupazioni, e restituire luce e dolcezza perfino in tempi di crisi, quando i problemi quotidiani sono tanti e siamo spinti a badare a tutt'altro? Non è un mistero che un animale domestico possa rivelarsi un toccasana per grandi e bambini, ma che un piccolo romanzo con un gatto protagonista che si racconta in prima persona riuscisse a far ridere, a commuovere e a riscuotere un enorme successo nella Grecia dei nostri giorni in eterna sofferenza economica, stupisce e consola. Sette vite e un grande amore, memorie di un gatto, è stato scritto da Lena Divani, autrice greca, docente di politica estera all'università di Atene, che ha firmato in passato numerosi saggi dedicati alla politica nei confronti delle minoranze e che, questa volta, con la voce del bianco gatto Zucchero, narra la sua vita di felino ironico e un po' obeso, comprensiva di gioie e dolori.

La storia inizia con la scelta "casuale" di Zucchero (quando è ancora cucciolo e ha la parvenza di una palla bianca) di adottare la sua umana Madamigella, una scrittrice affettuosa e un po' nevrotica, (nella visione gattesca sembra infatti siano loro a scegliere le persone e non viceversa), una donna che mai avrebbe pensato possibile condividere spazi e pace domestica con un animale qualunque, anche il più amorevole. Eppure Zucchero ce la fa ed ecco scorrere la cronaca della sua "settima vita", degli anni trascorsi con lei nel suo appartamento, i giochi, le tenerezze, le apprensioni, nonché tutte le strategie messe a punto nel tentativo di "addomesticarla", ovvero far capire a un essere umano come vivere al meglio con un gatto. Lo spiega, nel libro, direttamente Zucchero: sono i gatti a dover addomesticare le persone e non il contrario, come queste credono....

Si contano innumerevoli romanzi "gattofili", in ogni epoca e ovunque, e moltissime sono le scrittrici (e gli scrittori) che li hanno celebrati o che hanno con amore condiviso spazio e tempo con un felino, ma Sette vite e un grande amore stupisce comunque per la sua freschezza e capacità di comunicare emozioni a chi apprezza dei gatti vizi e virtù. Zucchero sa toccare il cuore e Lena Divani riesce, con sensibilità e sapienza, a regalarci una storia d'amore tra un gatto e un essere umano. E a far capire che si può scegliere la luce e sorridere con semplicità, perfino nei momenti più bui.

Come spiega che la storia di Zucchero abbia conquistato tanti lettori nella Grecia della crisi?
"La verità è che ho scritto l'autobiografia del mio gatto dopo aver finito un romanzo molto cupo e polemico sulla crisi in Grecia (A hungry mouth è il titolo del libro, che presto diventerà film) e all'inizio ero molto contenta di aver provato ad esplorare la vera fonte della nostra disperazione. Ma dopo un po' ho capito che tutta quella rabbia, amarezza e rimorso mi portavano nuovamente nel baratro. Avevo assolutamente bisogno di un antidoto: la luce, la dolcezza e la saggezza profonda che solo un animale può dare. Così ho scritto questo libricino, come fosse un regalo per me e per i lettori, e l'ho dedicato a ogni fonte d'amore incondizionato che in questo caos quotidiano abbiamo dimenticato di apprezzare. Parlo, nel mio caso, di mio padre e del mio gatto, che hanno lasciato questo mondo nello stesso periodo. Per questo credo che il mio romanzo parli all'anima di ogni lettore. E ovviamente, ora più che mai, abbiamo tutti un disperato bisogno di ironia. Continuo a ricevere e-mail di persone imbarazzatissime per aver riso a crepapelle o pianto disperatamente in metro leggendo le parole sguaiate di questo gatto pazzerello".

Cinque buoni motivi per scegliere di convivere con un gatto...
"Non esiste una vera ragione per vivere con qualcuno, che sia un gatto, un cane o un uomo, se non lo si vuole. Io, in teoria, sono sempre stata un'amante dei cani. Ma ho una vita troppo impegnata e non avevo alcuna intenzione di vivere con un essere peloso che non fosse umano. Ma, come si sa, la vita è fatta per insegnarci qualcosa. Questa fantastica palla di neve è sbucata dalla strada e mi ha adottato, per insegnarmi come amare un gatto anche se non è un cane. E, in ogni caso, ad apprezzare la gentilezza innata nell'anima, da ovunque essa provenga. Per quanto riguarda me, gli scrittori tendono a stare immobili e in silenzio per lunghi periodi di tempo. Io, in questi anni, ho passato innumerevoli ore sulla stessa sedia e vi dico che nessuno era tanto a suo agio con questa cosa quanto il mio Zucchero. Non lo era il mio fidanzato che mi chiamava "la tedesca" e, di sicuro non lo sarebbe stato un cane bisognoso e giocherellone. (Chiedete a Patricia Highsmith)".
 
I gatti sono sempre stati molto presenti nei libri, ma anche nella vita privata di scrittrici e scrittori. Come lo spiega?
"Beh, non è una coincidenza. E' molto realistico, come un matrimonio combinato. Noi scrittori siamo pazzi, riservati, persone abituate a pensare "lasciatemi solo". Quindi, semmai dovessimo decidere di trovare un compagno, dovrebbe essere tenero, silenzioso, indipendente, notturno e idiosincratico come noi. Tirate un po' le somme! Scrittori e gatti sono creature indipendenti, da lasciami-in-pace-fuori-dai-piedi. Non ci appiccichiamo agli altri, non chiediamo attenzioni, non obbediamo alle regole. Non aspettatevi che vi cantino "non lasciarmi così" "don't leave me this way". Mentre dicono: per piacere, lasciateci in pace e tornate con del cibo (chiedete a Jack Kerouac)".