Le sorelle ribelli
Autore: Donato Bevilacqua
Testata: La Bottega di Hamlin
Data: 16 settembre 2013
Le sorelle Ribelli, di sicuro, non è la storia di tutti, non è un’avventura in cui ogni lettore ha la possibilità di rispecchiarsi. È, però, la storia di coloro che sono nati e vissuti in una famiglia abbastanza numerosa, e che hanno avuto ed hanno il piacere di condividere quest’esperienza con fratelli o sorelle. Perché in ogni vissuto familiare c’è sempre qualcosa da condividere, da dividere e raddoppiare, qualcosa da riscoprire con gli anni, un soffio sopra un po’ di polvere posatasi sul tempo.
Quando decidono di fuggire dal paesino natìo nel sud della Francia, Jeanne, Brigitte ed Elsa, figlie di immigrati italiani, iniziano ad assaporare la vita, a costruire il loro futuro saldandolo e sgretolandolo continuamente al passato, alla casa, ai ricordi. I sogni sono in viaggio verso la capitale, Parigi, sinonimo di libertà ed indipendenza. Ma i primi anni nel nido hanno segnato in maniera differente le ragazze, che ora, alla vita, chiedono cose diverse: Jeanne vuole emanciparsi, segue l’onda degli anni della rivoluzione; Brigitte, invece, va contro l’ideologia femminista ed aspira a trovare un buon marito, l’amore della sua vita; Elsa è convinta del suo talento letterario, e vuole diventare una scrittrice.
Così Corinne Atlas scrive la piccola saga della famiglia Ribelli vista dagli occhi di tre sorelle. Trent’anni raccontati in poco più di trecento pagine, a partire dagli anni ’70, e scanditi dai grandi eventi che hanno segnato la nostra storia recente: i movimenti studenteschi del ’68, l’elezione dei Presidenti francesi, di Mitterand, la caduta del muro di Berlino e la costruzione di una nuova Europa, l’attentato alle Torri Gemelle. Attraverso le vicende delle ragazze, che diventano donne, l’autrice marca i cambiamenti e l’evoluzione della società, i mutamenti della politica, il corso dell’era contemporanea. La bravura sta nel tenere fermo il timone e puntarlo continuamente negli occhi delle tre protagoniste: vediamo il mondo attraverso il loro sguardo, e mai gli eventi esterni vincono sulle emozioni delle ragazze.
«Non esitava più di fronte ai misteri di famiglia, di cui aveva cominciato, suo malgrado, a raccontare la storia. Aveva l’impressione che l’immaginario l’aiutasse a comprendere meglio i suoi cari, lei che per tanto tempo si era sentita un’estranea. Era un esaltante cammino trasversale che la guidava verso la parte più oscura di coloro che amava». I primi anni diventano storia, tempo che passa e un po’ di polvere che si accumula sui ricordi. Ma il percorso di ogni protagonista si intreccia all’altro, e una famiglia continua a respirare, un po’ fuggendo e un po’ narrando. Che molto spesso si scrive ciò che non si riesce a dire. Ad una madre, ad un fratello, a una sorella o ad un padre. E perfino a se stessi.