Ricordo bene quando, appena adolescente, di passaggio in un albergo frequentato dal jet-set europeo nel mezzo del mediterraneo, mi capitarono più volte per le mani certi bizzarri tascabili di cui i facoltosi clienti italiani sembravano cibarsi avidamente nelle loro vacanze e che, forse temendo di essere additati di chissà quale indecenza da un doganiere solerte o da un parente importuno, gettavano inevitabilmente nel cestino prima di ripartire. Le inchieste del commissario Sanantonio. Che strano nome e che audaci immagini. Strano che la curiosità suscitata dalle copertine non mi abbia mai spinto ad andare oltre l'esibizione di seminudità femminili dei disegni che recavano. Forse perché erano gli anni del successo popolare di fumetti come «Lando» e «La poliziotta» e perché c'era un che di peccaminoso, pecoreccio e dichiaratamente serie-B in quelle copertine che facevano tanto giornalaccio da parrucchiere della stazione o, al massimo, da libro usa e getta. È probabile che molti di voi non abbiano, dunque, mai sentito parlare delle inchieste del commissario Sanantonio. Una lacuna che potrebbe presto essere colmata, dato che la casa editrice E/O ha deciso di ripubblicare in maniera organica le disavventure di questo simpatico e originale personaggio letterario. Almeno una parte, considerato che è protagonista di ben 173 romanzi!
UNA STAR DIMENTICATA
Sanantonio, dicevamo. Un nome certamente originale che pare che l'autore, il francese Frederic Dard, che per anni si è celato sotto lo pseudonimo dello stesso Sanantonio, narratore d'eccezione in prima persona, avrebbe scelto in quanto vicino a una certa sensibilità linguistica anglofila, per un mercato dunque potenzialmente più ampio di quello di casa. Non so quanto le inchieste del commissario Sanantonio abbiano fatto colpo presso il pubblico britannico e, ancor meno, presso quello a stelle e strisce - dubito, in realtà, che nel cuore degli americani le impudiche storie dello sporcaccione Sanantonio possano aver fatto breccia - fatto sta che le cifre sono impressionanti, se bisogna prestar fede alle informazioni che circolano. Si parla di molti milioni di copie vendute. Di certo, quest'uomo dalla mascolinità praticamente incontenibile - uno sciupafemmine irresistibile dagli appetiti sessuali dichiarati ed esplicitati al punto da far quasi debordare le sue avventure in fumetti erotici senza disegni, con le dovute proporzioni del periodo - ha uno slang tutto suo e un modo sbarazzino di affrontare disavventure che lo pongono a metà strada tra uno 007 poco britannico e molto mediterraneo e un superpoliziotto abile e maldestro al tempo stesso, una specie di Cluzot molto più aitante. Non aspettatevi storie credibili e introspezione psicologica. Non ne troverete. Ma, se avete voglia di qualche ora di piacevole intrattenimento letterario, l'intera serie delle sue avventure fa al caso vostro.
TRADUZIONE ORIGINALE
La scelta di mantenere la traduzione originale senza modificarla minimamente è vincente, perché lo stile adottato da Bruno Just Lazzari è una garanzia, un mix di simpatia smargiassa, l'abito calzante per lo stile sopra le righe di Frederic Dard-Sanantonio, che non lesina mai battute e spiritosaggini da bettola portuale, oltre che situazioni iperboliche, davvero da Fantomas contro 007 contro la Pantera Rosa contro Lando. In qualche modo, in questi romanzi c'è anche tutto l'universo del polar, il giallo francese, filtrato dalla sensibilità dell'autore, sempre poco propenso ai toni seri. La stessa ambientazione sul finire della Seconda Guerra è originale e intrigante, mescolando un po' di dramma storico con le disavventure boccaccesche del simpatico Sanantonio. Il primo episodio della serie, Per stavolta, don Antonio, si svolge tra Belgio e Parigi, con la partecipazione di spietati agenti della Gestapo e di spie più o meno feroci. Nespole come piovesse, il secondo capitolo della saga, è forse ancor più spassoso e mette ancor più in evidenza tutti i tratti del personaggio che avrebbero reso fortunata la serie. Si tratta, come dicevo, di letture amene, leggere, di volumi lunghi circa centocinquanta pagine e abbastanza standardizzati nella forma, come era e per certi versi ancora è costume per il giallo. Affrontatene la lettura con questa premessa e il divertimento è assicurato. Prendete frasi come «Allora mi prende la rabbia, e quando mi prende la rabbia, è come quando la Garonna è in piena: fa disastri», oppure «Immaginate una bambola media, ma fatta in un modo che Leonardo da Vinci non avrebbe saputo prevedere. Haun petto che vi farebbe dare del manomorta a tutto spiano, due occhi ardenti come bragia; una bocca pronta, da consumare subito». Sono solo un assaggino dei modi di dire coloriti del nostro Sanantonio. Già, nostro perché il suo frasario da osteria e la sua cavalleria d'altri tempi ci ricordano figure che, fino a non molto tempo fa, si aggiravano per il classico bar del paese. E da bar di paese sono certe sue sparate.«Che roba, ragazzi! Quando si è vista una volta una pupa di quello stampo, sapeste quanto bromuro bisogna inghiottire per dimenticarla!» Per godersi le storie di Sanantonio, non c'è nemmeno bisogno del classico fiasco di vino rosso che il commissario francese sembra prediligere. Il bar ce lo ritroviamo a tinte forti nell'immaginazione.