Blanca di Patrizia Rinaldi, E/O
Autore: Giuseppe Previti
Testata: Il Blog di Giuseppe Previti
Data: 27 giugno 2013
Al commissariato di Pozzuoli si langue e per il caldo e per mancanza di casi eclatanti. Così il commissario Martusciello e l’ispettore Liguori hanno più tempo per c oltivare
il loro singolare rapporto, con il primo che si sente un uomo di estrazione popolare e l’altro con un parlare assai più forbito e sin troppo saccente, Terzo uomo del commissa-
riato l’agente scelto Peppino Carità, un po’ noioso quanto bravo nel fare il caffè. Martuscello ha anche problemi in casa con moglie e figlia.
Improvvisamente la vita del commissariato si anima, una donna viene trovata uccisa in fondo a un cratere, il giovane rampollo di una famiglia agiata viene rapito, come pure
scompare un ragazzino, figlio di Marinella, legata sentimentalmente all’ispettore Liguori. Tutti questi eventi finiranno per ruotare intorno a una grossa fabbrica cittadina. la Di
Somma, il cui padrone, che è anche il padre del rapito, non è certo uno che si faccia tanti scrupoli…
Viene mandata in rinforzo al commissariato Blanca, poliziotta ipovedente, esperta in decodificazioni. Legherà subito con il commissario, che apprezza subito la sua abilità
nel decifrare parole e sentimenti. Ed ecco quindi l’inedito trio di poliziotti all’opera, magari battendo piste diverse, ci sono troppe contraddizioni, gli indizi scarseggiano e
così appare difficile trovare la soluzione del caso. Sarà Blanca con le sue intuizioni a scoprire il fil rouge che lega i vari fatti.
Blanca era già apparso qualche anno fa per la Flaccovio, torna adesso nella collezione “I Tascabili” della E/O. Un giallo questo di Patrizia Rinaldi che però sarebbe riduttivo
considerarlo solo tale. O meglio, ci sono delitti, vendette, violenze, rapimenti e quindi indagini con poliziotti all’opera, ma un tema che ricorre sempre nell’intreccio
dei personaggi, molti dei quali sono femminili, e delle loro storie è la maternità ora voluta, ora inattesa, ora negata ma sempre assai intensa nei confronti dei figli.
L’elemento poliziesco finisce per divenire l’occasione per parlare di donne, con le loro contraddizioni, le loro voglie, le loro risorse. Spicca il personaggio della sovrinten-
dente Blanca, una ipovedente che segna il tono della storia pur se poi intorno a lei troviamo altre donne da Margherita a Santina, da Marinella a Cettina, da Carmen a Nini che
sono altrettanto protagoniste di questa vicenda che si svolge tra Npoli e Posillipo. Donne pronte a affrontare la vita, pronte a rivendicare la propria indipendenza, pronte
a battersi per un nuovo ruolo nella società, tra l’altro sono tutte donne del sud.
E la maternità finisce per legare due donne come Margherita, che pur cercando di farsi una propria vita vive per la figlia Ninì, e donna Cettina che vuole un avvenire
diverso per il suo Vittorio. Ma i casi della vita faranno si che le loro vite si incroceranno nel segno di Vittorio, una come madre, l’altra come amante, e questo nuovo
rapporto finirà per sconvolgere il loro equilibrio, entrambe attaccate come sono in maniera esclusiva e possessiva a quel giovanotto.
Ma Margherita è sposata con un uomo violento che, pur non desiderandola più, non può ammettere di essere tradito, la considera una sua proprietà e per punirla le
toglie l’unica cosa che ha, la figlia.
Di contro donna Cettina e il marito, il rozzo imprenditore Ruggiero Marchòv ,li conosciamo al commissariato dove li conosciamo quando si recano a denunciare la
scomparsa del figlio Vittorio, ma l’uomo, una sorta di padre-padrone tiene a sottolineare a Martuscello il rapporto esclusivo tra moglie e figlio, e lui condanna aspramente
questo legame.
Perdere o non avere un figlio comporta squilibri nella vita di queste donne. Ad esempio Santina, la moglie del commissario, ritiene che la sua famiglia si è disunita
quando la figlia Giulia è andata a vivere a Milano, ma ora che torna, sia pure in stato di gravidanza e senza il padre, Santina si sente felice e vede ricostituirsi la famiglia. Invece
comincerà a soffrire Martuscello che si sente escluso da questa idea di famiglia, fatta di complicità tra donne.
Gli uomini sono messi in questo romanzo non di o in cattiva luce ma certamente acquistano la consapevolezza che il legame affettivo che loro possono instaurare non
ha mai la completezza di una donna che appunto con la mernità dà la vita.
Comunque sono molti i personaggi maschili, predominano il commissario Martuscello e l’ispettore Liguori che sono alle prese con vari avvenimenti dall’uccisione di un
pregiudicato a due rapimenti, al ritrovamento del cadavere di una donna. I due uomini sono agli antipodi, spesso in contrasto tra loro,ma la coppia si completerà
con l’arrivo di Blanca che darà un impulso decisivo alle indagini. Bellissima, senza vista dalla nascita, è costretta a percepire con i sensi che la circonda, uomini e natura.
E i nostri eroi riusciranno a ricostruire la trama criminale che non risparmia nessuna parte della città, né quella dei vicoli della città vecchia né quella delle piazze
del centro né quella delle ville aristocratiche.
La svolta all’inchiesta la darà Blanca che aiuterà i due colleghi a seguire un percorso che troverà i suoi punti fermi più nell’analisi dei sentimenti che nella tecnologia. Ci
si muove per le strade di Napoli da Posillipo ai 6oo alloggi, dai sobborghi indiustriali ai palazzi antichi sino al porto, alle spiagge. Una Napoli vista nella sua interezza e
quindi altra protagonista di questa storia che alla fin fine è anche una storia di amori, amori difficili a pensarci bene.
I personaggi del romanzo si muovono in questo incantevole paesaggio dove bellezza e degrado si mescolano, si lotta per trovare un giovane rapito e per cercare degli
assassini, ma la lotta è più profonda, viene fatta contro i propri pensieri interiori, i propri demoni. Ma anche quando si trova una soluzione ci si chiede se è veramente
quella giusta, e comunque ognuno resta con i suoi problemi, con i fantasmi che cela dentro di sé, quasi a voler significare che puoi risolvere tutto ma non scacciare
quanto si annida al tuo interno.
Un giallo interessante per questa somma di motivi, ben costruito e avvincente perché capace di evidenziare quel dolore e quella sofferenza che ogni persona si porta dentro.
Bello anche lo stile letterario, la cura delle parole che ci fanno rivivere quel che viene descritto. E anche in questo caso evidente la simiitudine con Bianca che non può
vedere se non attraverso voci, odori, suoni, solo questo la mette in grado di capire la realtà che la circonda.
Un romanzo dove le donne la fanno da padrone, mogli, amanti, ma soprattutto madri che danno tutto per i loro figli. Di contro gli uomini, esclusi in questo legame
viscerale, spesso insicuri, trovano sfogo solo nella violenza e nella vendetta, comunque tre figure notevoli sono i tre poliziotti del commissariato Pozzuoli.
E’ Blanca a concludere la storia, ci parlerà della sua vita segnata dalla mancanza della vista ma anche della tragica perdita della sorella di cui si sente responsabile, e in
conclusione si paleserà la sua forza di reagire attaccandosi a cosa le è rimasto.