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I giocattoli spiaggiati del mistero Ferrante

Autore: Stella Cervasio
Testata: La Repubblica - Napoli
Data: 24 novembre 2007

Se si è una bambola perduta sulla spiaggia, il mondo può fare paura. C'è sempre in agguato un bagnino con i baffi come code di lucertola, "un Bagnino Crudele del Tramonto, che viene sulla spiaggia quando fa buio e ruba i giochi delle bambine". Con un libro per l'infanzia che è il suo quinto lavoro torna ad affacciarsi al mondo editoriale Elena Ferrante, la "scrittrice segreta" di L'amore molesto e I giorni dell'abbandono, diventati film di Mario Martone e Roberto Faenza. La scrittrice di origini napoletane di cui solo e/o, il suo editore, conosce il volto. Rode al piccolo villaggio globale della letteratura, compreso nel palmo di una mano, non avere dimestichezza con la "persona"-autore. Ma il mistero Ferrante è il più persistente degli ultimi 50 anni. E non nasconde altro che una grande dignità nello stare al mondo della letteratura, con libri di grande incisività.

La fiaba è magnificamente illustrata da Mara Cerri (che ha lavorato per i più bravi editori per bambini, come Fatatrac o Orecchio Acerbo, per il quale ha illustrato il bellissimo A una stella cadente, ma collabora anche con Il Manifesto, L'Internazionale, Lo Straniero).

La storia procede dall'ultimo romanzo della Ferrante, La figlia oscura (che, senza inutili battage mediatici, essendo l'autrice contumace, ha venduto 50 mila copie), che metteva in primo piano la storia di una bambola rubata come metafora del rapporto tra madre e figlia. Mati, la protagonista, è una bambina in vacanza che, distratta dal suo gatto Minù, dimentica la bambola Celina sulla spiaggia. Finita nelle grinfie del perfido Bagnino, Celina perde tutto, il nome e le parole imparate da Mati, la sua "mamma che sa tutto". Sarà un "Verbo" a farla tornare in vita.

Per questa fiaba dell'equivoco tra buono e cattivo, sul ritorno dall'abisso e sulla forza della parola contro la violenza, la Ferrante dà fondo all'armamentario fiabesco, che passa per Pinocchio e la balena, Giona e il pescecane, uno dei tanti episodi della serie dei film americani "Ai confini della realtà" dove una bambola parlante svelava le cattive intenzioni di un patrigno. Ma in prima istanza il riferimento è all'uomo della sabbia di uno dei racconti di E.T.A. Hoffmann, l'essere spaventoso che strappa gli occhi ai bambini che si rifiutano di dormire e che la letteratura per l'infanzia di tutti i tempi e i luoghi ha modificato a proprio uso e consumo, volta a volta addolcendolo in "Sabbiolino" nell'Italia del nord o rispettando la crudeltà alla quale si attiene Hoffmann con il suo "Sandmann" nella serie a fumetti dell'americano Neil Gaiman.

Nel libro di Elena Ferrante il Bagnino si limita a calpestarla, la sabbia, e a costruirci su roghi di oggetti smarriti dai bambini. Brandelli di sogni che al tramonto scoloriscono come il rosso del sole all'orizzonte.