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Tersite Rossi: scrivere a quattro mani

Autore: Elisa Dossi
Testata: MoriInformaMori
Data: 1 maggio 2013

1. Come vi siete conosciuti?
Ci siamo conosciuti nel 2006. Marco era da poco arrivato in Trentino, dopo la laurea in Scienze della Comunicazione conseguita a Reggio Emilia. Si era trasferito dal paese natale (Casalmaggiore, in provincia di Cremona) a Mori – un bel salto: dalla pianura alle montagne, dal Po all’Adige! – dove aveva iniziato a convivere con Chiara, conosciuta a Parma durante l’università. Mattia, giovane insegnante di Aldeno già in lotta con la precarietà, era alla ricerca di qualcuno cui affidare la conduzione di un corso di giornalismo nell’ambito del Piano Giovani di Zona di cui era responsabile. La coincidenza fu che in quel periodo venne a sapere che un certo Marco Niro aveva scritto un saggio sul giornalismo, che Mattia lesse e apprezzò, scoprendo che quel tale viveva a pochi chilometri da casa sua. Lo chiamò e così, oltre al corso di giornalismo, nacque anche il loro sodalizio.
2. Come nasce l'idea di scrivere a 4 mani? Quali i vantaggi e gli svantaggi?
L’idea fu di Mattia. Quasi sempre, in Tersite Rossi, le idee sono più di Mattia, e le applicazioni pratiche più di Marco. Una calda giornata dell’agosto 2007 Mattia, anziché andare al lago o in montagna, si fece venire l’idea balzana – e malsana – di proporre a Marco di scrivere un romanzo a quattro mani. Marco all’inizio snobbò la proposta, ritenendola folle. Poi Mattia seppe insistere, e alla fine iniziammo a lavorare a quello che – dopo immani fatiche – sarebbe diventato il nostro primo romanzo. In due, ci trovammo subito bene. Non solo per il proficuo concorso di idee e di abilità diverse e complementari, ma soprattutto perché in due si limano meglio i difetti – di scrittura e caratteriali –, ci si fa coraggio nei (tanti) momenti di scoramento e soprattutto ci si diverte di più (quando non si litiga!).
3. I pregi del tuo compagno di scrittura
Marco: La capacità di immaginare oltre l’immaginabile, continuando ad apparire credibile e convincente.
Mattia: E’ una persona molto organizzata e razionale.
4. I difetti del tuo compagno di scrittura
Marco: Scrive solo quando è ispirato. Ed è permaloso: se la prende se gli dici che ha scritto cagate.
Mattia: E’ spesso in ritardo e a volte troppo rigido.
5. I tuoi pregi
Marco: Determinazione e metodo.
Mattia: Intuito e sensibilità.
6. I tuoi difetti
Marco: Scarsa duttilità.
Mattia: Volubilità e indecisione.
7. Qualche anticipazione sul prossimo romanzo in uscita... Cosa volete metterci?
Dopo aver fatto seguire a un romanzo d’inchiesta come “E’ già sera, tutto è finito” un romanzo diversissimo come il noir fantapolitico “Sinistri”, cambiamo ancora tutto (tranne lo spirito, che resta sempre quello critico e severo verso le ingiustizie e le storture della società turbocapitalista in cui viviamo, in nome dell’antieroismo di chi disperatamente e ostinatamente vi si oppone). Sarà un romanzo ambizioso, il nostro terzo, che affonda le sue radici all’alba della storia dell’uomo – quando ancora ogni assetto sociale era possibile – e arriva dritto alla crisi economica deflagrata negli ultimi anni. In compagnia di una antropologa anticonformista e di un banchiere d’assalto, scopriremo la natura di questo strano legame a suon di colpi di scena e cambi di scenario.
8. Che cosa cercate di far passare con i vostri romanzi?
Il filo rosso che emerge dai nostri romanzi è la critica nei confronti di qualsiasi forma di eroismo, ovvero di affermazione della forza. Non a caso i protagonisti sono degli antieroi, ovvero degli sconfitti, che ribadiscono la loro "diversità" da un popolo soggiogato al mito dell'immagine e della divinizzazione dell'eroe.
9. Cosa è importante che resti a chi legge un vostro libro?
Quelle intense emozioni che sa donare il lato rovescio del mondo.