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"Trinacria Park": ombre di un'isola inesistente

Autore: Davide Barilli
Testata: La Gazzetta di Parma
Data: 26 aprile 2013

A volte la sicilianitudine stucca. Specie quando si fa eco di un glossario - visivo, ridondante, barocco, per di più - che fa a botte con l'oggi. Un po' come i carrettini colorati messi lì per il turista beota. Lo deve pensare un autore come Massimo Maugeri che con «Trinacria Park» ci mette davanti agli occhi un'isola che non c'è ma che c'è eccome. Non metafora di un presente ipotetico, ma guazzabuglio di verità tinte di menzogna, di spiazzamenti spazio temporali, in una geografia di un'Isola inclinata, su cui scivolino luoghi comuni, retoriche e immaginari d'antan. Tabula rasa, la Sicilia di Maugeri. Svuotata dal troppo detto, da un brand made in Sicily ingrossato in letteratura da plotoni di scrittori (grandi, ottimi, modesti, il catalogo è lungo). Maugeri sceglie un'altra strada: getta via le chincaglierie, per salvare i gioielli: la scena pirandelliana dell'ambiguità, l'accortezza sciasciana, la trama a più facce, prismatica della realtà. Scrittore nuovo, Maugeri imbandisce la sua, di tavole. Siciliano dentro, ma accorto ai mutamenti - fondatore di uno dei blog più importanti e seguiti della Penisola (Letteratitudine) - mette in scena un teatro di ombre modernissime con il suo «Trinacria park» (E/O). Il titolo è il nome di un enorme parco tematico che viene realizzato all'in - terno di una piccola e immaginaria isola, Montelava, con l'idea di riconvertirla dal punto di vista turistico, essendo stata – in passato – deturpata dall'edilizia selvaggia e dall'industria siderurgica. Il romanzo nasce, dunque, da quest'idea e dalle suggestioni che ne sono derivate. Romanzo di matrice fantapolitica, imbevuto di umori intensi e di cupi contrasti, ci immerge nella Sicilia dell'oggi, atavico luogo di torride contraddizioni e passioni. L'idea di una Eurodisney isolana che da fabbrica di soldi diventa sudario per un'epidemia di colera (è stata la mafia, oppure fantomatici terroristi islamici?) ci porta in un universo paradossale. Tra morti illustri - il presidente della Provincia siciliana, grande sponsor del mastodontico e sfarzoso progetto - simulazioni e ambiguità, amori che riportano sul palcoscenico le maschere di un'antichità radicata, ben rappresentata dalle Gorgoni mitologiche che tornano in chiave attualissima incarnate nelle figure di tre donne. Romanzo trasversale, dunque, vibrante di echi e passioni, doppifondi e riflessioni. Memore, come dice uno dei personaggi del libro che l'effetto Isola «Non è un capogiro, no. E nemmeno senso di disorientamento. È altra cosa, l'effetto isola. È amore per il luogo in cui si è nati, è nostalgia per un passato irrisolto, è senso di colpa per scelte incerte e opinabili». E ancora: «È una malattia che scorre nel sangue di chi percepisce la ricchezza della storia, la bellezza della natura, il peso delle tradizioni, la zavorra delle contraddizioni. L'effetto isola è un virus, un male sano e oscuro che va incontro a pochi. I più lo reggerebbero malvolentieri, perché non aiuta a vivere bene né a essere moderni ed efficienti». Un'isola - per di più - che appare e scompare, immaginaria, questa Montelava. Isola che non esiste, ma vive come un doppio stevensoniano, un sogno, un incubo. Luogo inventato, al largo delle coste siciliane, come una sorta di «Jurassic Park» dove i mostri non sono dinosauri o tirannosauri impazziti, ma uomini in doppiopetto, voraci e pronti ad azzannare mentre ti offrono la loro amicizia.