Un Bel-Ami nei meandri della prima Repubblica
Autore: Lorenzo Mondo
Testata: Tuttolibri / La Stampa
Data: 14 aprile 2013
In una livida sera di pioggia l'anziano Claudio Bucci rea lizza l'incontro, per anni temuto e desiderato, con l'ex moglie Giuliana e l'ex amico Guido che intravede sull'altro lato della strada. Non una parola, solo occhiate tra loro. La circostanza apre semplicemente una parentesi dentro la quale fanno ressa, e fanno romanzo, i ricordi di una vita. Alessandra Fiori ce la racconta in un libro intitolato Il cielo è dei potenti, incalzando il suo protagonista che agisce all'insegna di una inscalfibile coerenza. Quella che gli viene dettata da una pervicace ossessione per il potere. Fin da ragazzo, Claudio tende a svincolarsi dall'influsso del padre avvocato, gli ripugna la sua clientela contadina che si accapiglia intorno a capre e caciotte. Non comprende il suo adagiarsi in una esistenza modesta e appagata di cose semplici. Affronta il mondo della politica, deciso a percorrerne tutti i gradini e prestandosi a tutti i compromessi. Seguendo l'inarrivabile model lo di un più volte presidente del Consiglio che «della politica, come del mondo, aveva una concezione semplice ed elitaria al tempo stesso( ... ) Alla base c'è il consenso e se la società è essenzialmente merda, per ripulire le fogne bisogna sporcarsi». Con le dovute proporzioni, nella sua cinica frenesia Claudio fa venire in mente Bel-Ami, il vitalistico, assatanato eroe di Maupassant. Alessandra Fiori lo tallona nella carriera che lo porterà, entro le file del partito di maggioranza, da semplice iscritto a consigliere comunale, da parlamentare a ministro. Ci introduce, lungo un percorso che si svolge dal dopoguerra alla fine della prima Repubblica, nei meandri più appariscenti e segreti del la politica: le lotte correntizie, il mercato delle tessere, i loschi patteggia menti a suon di appalti e tangenti, le cene burine a base di porchetta e i banchetti onorati da caviale e champagne. In uno scenario che si estende dai palazzi romani ai feudi contesi del Lazio meridionale. Claudio sacrifica al demone del potere la tenera memoria del padre, la devozione della bellissima moglie, il sentimento dell'amicizia. Ma lo attende una nemesi beffarda. È riuscito a superare complotti di ogni genere, ha scansato con accortezza le compromissioni della P2, è sopravvissuto a un sanguinoso attentato terroristico, che è diventato un titolo di merito. Ma viene travolto al culmine del potere dalle inchieste di Tangentopoli e dal crollo del vecchio sistema politico. Accetta infine la sconfitta, il ritorno al tempo delle capre e delle caciotte, con eleganza, ma senza ravvedersi, prigioniero del suo egotismo. Molti sono i personaggi e le situazioni riconoscibili sotto la finzione romanzesca. In una storia che, nella prima parte, pecca forse di qualche eccessiva minuzia, ma condotta con mano esperta, con un linguaggio preciso in cui l'arguzia non fa velo all'amarezza. Certo, Alessandra Fiori non intende offrire un quadro onnicomprensivo ed equanime della vita nazionale nel periodo considerato, affonda uno sguardo tagliente sulla cattiva, e sporca, politica senza lascia re spazio ai moventi ideali. Il suo è per certi versi un pamphlet in forma di romanzo e, da questo punto di vista, coglie crudelmente e persuasivamente nel segno.