Catania, luglio, afa. Uno spumante, una paella surgelata, posate di plastica e rasoi monolama usa e getta: “C’era un prendi due paghi uno, ma io credevo che una morte sola mi sarebbe bastata”. La protagonista muore, ma la vita continua. E va raccontata. Spiazzante? No, semplicemente Viola Di Grado: talento venticinquenne della letteratura italiana (e non solo: già tradotta in 8 paesi). Venerdì 12 aprile, ore 18.30, l’autrice del sorprendente successo Settanta acrilico trenta lana (edizioni e/o), vincitore del Campiello Opera Prima 2011, presenta alla libreria Ubik di Foggia il suo nuovo, attesissimo romanzo dal titolo Cuore cavo. Conversano con la scrittrice siciliana il libraio Salvatore D’Alessio e l’autore Nicola Perilli. Introduzione a cura del direttore artistico della libreria, Michele Trecca.
Cuore cavo (edizioni e/o, 2013; collana: Dal mondo; pagine 176, 16 €). In un romanzo coraggioso e sorretto da una scrittura formidabile per originalità e poesia, Viola Di Grado racconta la storia di un suicidio e di ciò che lo segue. Una folgorante invenzione della vita dopo la morte: la nostalgia, l’amore, la frequentazione “fantasmatica” delle persone care, la solitudine e l’incomunicabilità, in un aldilà cupo e ribollente, senza pelle e senza sensi, dominato da una natura crudele, che sfalda i corpi, ma anche da una vita ostinata che a questa morte si sottrae. Si rimane seriamente scossi da questa lettura, in cui Di Grado conferma appieno la sua unicità.
Un romanzo che fa paura: la disgregazione dei corpi, la sopravvivenza dell’“anima”, la tristezza e il rimpianto per la vita che non riesce a ricomporsi ma continua a incedere e spiare, vagando in un mondo deserto ma affollato, dove i vivi non possono più vederti e sentirti ma i morti restano all’erta, impauriti, in ascolto. Un romanzo sulla morte e sulla “vita-dopo-la-morte” innovativo e conturbante, la conferma evidente di uno dei maggiori talenti della narrativa di questi anni.
Viola Di Grado. Venticinque anni. Nata a Catania, ha studiato lingue e filosofie dell’Asia orientale a Torino e Londra. Il suo primo romanzo, Settanta acrilico trenta lana, libro-rivelazione del 2011, è stato premiato con il Campiello Opera Prima e il Rapallo Carige Opera Prima ed è stato già tradotto in otto paesi.