Santiago Gamboa, Preghiere Notturne
Testata: mi Caribe
Data: 18 marzo 2013
Preghiera Notturne di Santiago Gamboa (edizioni e/o) è un romanzo a tre voci che ruota attorno a una misteriosa vicenda che si dipana via via tra Bangkok, Bogotà, Nuova Delhi, Tokyo e Teheran. Il Console colombiano deve riuscire a trovare Juana, la ragazza bogotana scomparsa tre anni fa e che il fratello Manuel, nel tentativo di scoprire dove si è cacciata, è finito in carcere, e rischia la pena di morte.
Manuel, nato in una famiglia della piccola borghesia bogotana, è uno studente di filosofia quando una vocina interiore gli dice che la sorella Juana, scomparsa da tre anni, è viva. Per raggiungere il suo scopo accetta l’aiuto di narcotrafficanti che gli affidano l’incarico di prendere una valigetta piena di pasticche, ma una volta arrivato in Thailandia, il ragazzo cerca di beffare i suoi sponsor e viene arrestato a Bangkok con l’accusa di traffico internazionale, e rischia la pena di morte. Il console colombiano a Nuova Delhi è incaricato di assisterlo e cerca l’aiuto di un importante avvocato consigliatogli da una diplomatica messicana, con la quale intreccia una buona amicizia e spesso trascorrono ore e ore sorseggiando cocktail a base di gin. Ma mentre il console interroga il ragazzo si accorge che, nonostante tutto, la più grande preoccupazione del giovane è quella di rivedere la sorella a cui è legato da un amore fraterno esclusivo.
Manuel è un sognatore, appassionato di letteratura e autore di graffiti; Juana una bellissima donna, ribelle, un tipo che contesta duramente i genitori, sostenitori della politica reazionaria e omicida del Presidente Uribe, che vuole ridare ‘seguridad’ ai cittadini spazzando via ogni forma di opposizione, che sa di comunismo, di guerriglia, di nemici della Patria. Finalmente è arrivato il Salvatore, colui che non vuole ricercare il dialogo con i guerriglieri, ma sterminarli tutti. Ma Juana, che sta dalla parte dei poveri, delle madri di Soacha che sfilano per le strade per riavere i corpi dei loro figli scomparsi, da ragazzina ha fatto un patto d’amore, una specie di voto per Manuel: è decisa a fare qualsiasi cosa (la badante di anziani, ma anche la escort) per proteggere e creare un futuro diverso al fratello, e magari farlo andare nella tanto sognata Parigi dove poter esprimere il suo talento artistico. O comunque sia, lontano da Bogotà, capitale corrotta, infestata di paramilitari e narcotrafficanti. Mentre Manuel diventa uno studente modello, Juana conduce una vita misteriosa che non svela al fratello, ma questo non le impedisce di aiutarlo per tracciare la fuga e il riscatto culturale da una società ammalata. Il console raccoglie la storia del ragazzo incarcerato e si impegna a salvarlo ma intende anche ritrovare Juana servendosi dei piccoli indizi che emergono dal racconto di Manuel. Dall’India alla Colombia, da Tokyo a Teheran passando per Bangkok, il console (che rappresenta l’alterego di Gamboa) farà di tutto per ritrovare Juana (finita misteriosamente in Iran) prima che sia troppo tardi per salvare il fratello Manuel, che nel frattempo ha avuto conferma che Juana è ancora tra noi. Una storia d’amore e di noir maturata in ambienti dove la fanno da padroni violenza, corruzione e criminalità.
Santiago Gamboa impone un ritmo incalzante a questo romanzo, mentre disegna un inquietante mondo che, dalla cinquantennale guerra civile in Colombia al turismo sessuale in Thailandia, è afflitto dalla stessa endemica violenza. In mezzo a questa avvincente narrazione a tre voci, spicca sporadicamente una quarte voce, quella di un Inter-neta.
Possiamo dire che la tragica storia di questa famiglia bogotana è stato anche un buon pretesto, ottimamente riuscito tra l’altro, di Gamboa per raccontare al mondo gli ultimi anni della storia della Colombia, dove continuano a prosperare contraddizioni, conflitti sociali, rassegnazione, desaparecidos di cui si parla poco (meno di quelli argentini, al tempo della dittatura), ingiustizia sociale che affligge il paese e divide la società a strati, anche territorialmente, con diversi settori economico-sociali in base alla capacità di spesa: il settore 6 è abitato dai più ricchi! A tutto ciò si contrappone un consumismo estremo, sfacciato per certi versi, con ambienti superlussuosi; davvero una situazione incredibile e, a volte, poco comprensibile per una mente europea, poiché qualche centinaio di metri più in là, esplodonono comunas, quartieri malsani riservati a desplazados, emarginati, disoccupati, spacciatori; luoghi pericolosissimi per i non residenti. Ma questo è un tema che meriterebbe altro spazio, come del resto capire dove sta andando la Colombia del Presidente Santos, che tra l’altro alcune aperture alla guerriglia per pacificare il paese le ha avanzate, e ovviamente ciò non piace al latifondista e spaccone Alvaro Uribe.
Due parole conclusive sul testo: un ottimo affresco letterario (ma non solo) del nostro tempo globalizzato. Una maniera piacevole di saperne di più su realtà poco note nel Vecchio Continente.