Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

L'epopea democristiana tra sogni e potere

Autore: Veronica Meddi
Testata: Libero
Data: 13 marzo 2013

Romanzo sboccato, sporcato non certo dalle brutte parole quanto invece alla volgarità di certe azioni, cinici ricordi. Parte così lo spudorato e onesto racconto di Claudio Bucci, un giovane avvocato ambizioso, dal pedigree mortificato, che cerca di riscattare, a ogni mezzo e senza troppa passione, la sua condizione d'appartenenza a quella che lui definisce «provincia borghesuccia» di Fiano Romano. Punta tutto sul potere Claudio e così si garantisce la felicità, o almeno qualcosa che le somigli. Errore, se non di forma, certamente di sostanza. «Il cielo è dei potenti » (E/O, pag. 320 euro 18) di Alessandra Fiori, oltre ad essere un testo spietato e ironico, è anche un contenitore di sottotesti recitati da maschere che portano i cognomi di Petrucci, Evangelisti, Sbardella, Andreotti, fino ad arrivare al testamento politico ereditato da Ludovico Moroni, o meglio, Berlusconi. Non esenti da giudizi, perché affamati di potere e pronti a sporcarsi, e il gioco è proprio questo, ma resi comunque umani, i politici parlano attraverso il viaggio di questo piccolo antieroe che ha sfiorato solo il suo riscatto. Claudio s'iscrive alla Dc e tra mazzette e tranquillanti riesce a diventare consigliere regionale, poi onorevole, poi sottosegretario, poi ministro, fino a scivolare nel nulla. E visto che «i compromessi - asserisce la Fiori - sono la misura dell'ambizione », Bucci gioca al potere pagando lo scotto di regole amare. Gambizzato con «Undici colpi di odio» dalle Br, evidente rimando dell'autrice al padre; Publio Fiori, ex ministro, vicepresidente della Camera dei deputati e democristiano di lungo corso ferito alle gambe il 2 novembre 1977, Claudio Bucci trova finalmente il suo posto nell'Olimpo di quelli che comandano. Personaggio amorale e dalla personalità deplorevole, degna fisicità della corruzione fatta da gran magnate fatte in campagna elettorale, con arrosti e capretti. La comparitudine, base della struttura mafiosa e del fare politico, lo aiuterà per la conquista del. potere. Nel brusio due domande: «Chi paga? Chi conosciamo?». Realistici i fatti e fantasiosi i nomi dei potenti che cercano di assicurarsi il cielo a tutti i costi, anche a discapito dei loro affetti. Ormai la coscienza intervenuta a sottolineare la cruda verità che un ombrello non può certo proteggere i teneri amanti dalla pioggia, si fa concreta e amara rivelazione di fallimento. O no.