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Due romanzi storici, Il turchetto e L'uomo dei sogni

Testata: Libri, consigli e pensieri
Data: 30 novembre 2012

non ci resta quasi nulla di un grande pittore rinascimentale, denominato Turchetto a causa della sua provenienza levantina. Fu allievo di Tiziano, ed ebbe una mano estremamente felice , passando dai mercati di Costantinopoli agli agi della vita veneziana, fintanto che il destino non si interessa di lui, facendolo ripiombare nelle difficoltà e nell’oblio. Naturalmente il libro è ben di più di una semplice biografia storica, romanzata: a partire dal ritmo e dal colore che Metin Arditi pone nell’opera, per incrociare altri temi come il rapporto tra arte e potere, sulle influenze che la religione e l’ambiente possono avere sullo stile di un artista, sul significato dell’esistenza umana. Consigliato!
Metin Arditi, Il Turchetto, Neri Pozza
Premio Page des Libraires
Premio Jean-Giono
Premio des Libraires du Festival littéraire de Nancy
Premio Le Point Magazine

Français : Jean-Christophe Rufin à la 30e Foire du livre de Brive-la-Gaillarde (Photo credit: Wikipedia)
Costantinopoli, 1531. Elie, un bambino ebreo di undici anni, si aggira per il bazar al seguito di Arsinée, la donna che l’ha fatto uscire dal ventre di sua madre, e di suo padre Sami. Subito dopo averlo messo al mondo tra innumerevoli tormenti, sua madre ha sussurrato in un miscuglio di turco e catalano: “è un topino così grazioso”, ed è morta. Al bazar, tutti lo conoscono come un monello capace di ritrarre chiunque in pochi secondi, così come tutti conoscono Sami, che si ferma a ogni passo a urinare per strada come i facchini e i mendicanti, la fronte madida di sudore.
Quando può, Elie fugge via dal bazar. Verso la via dei Produttori di Inchiostro. Verso la bottega di Djelal, il danzatore sufi che crea gli inchiostri più belli di tutta Costantinopoli.
Djelal mette tutto il suo cuore, tutta la dedizione e la lealtà di cui è capace in tre attività: la produzione d’inchiostro, la preghiera e la danza. Tre diversi sentieri, per lui, dell’unico cammino verso la serenità e il Signore.
Ad affascinare Elie sono, tuttavia, i suoi inchiostri ,azzurri, cremisi, verdi , che gli permettono di esprimere il talento in cui sembra meravigliosamente eccellere: il disegno. Un dono che suscita il benevolo rimprovero di Djelal che gli ricorda che la Legge, comune all’Islam e all’Ebraismo, vieta di rappresentare Dio e le sue opere, e consente soltanto di riprodurre i testi sacri, cercando con umiltà di rendere tutta la loro profondità e bellezza.
L’infanzia di Elie in terra turca finisce il giorno in cui la morte si porta via Sami. In cambio di un ritratto fatto al capitano del Tizzone, una maestosa nave ancorata al porto, Elie si imbarca per Venezia, non prima di ribattezzarsi ,opportunamente in un tempo in cui chiunque può tagliare la testa a un giudeo per poche monete  Ilias Troyanos, greco di Costantinopoli, cresciuto accanto a una famiglia di ebrei spagnoli.
A Venezia uno strabiliante destino lo attende. Ilias Troyanos diventa il Turchetto, il più grande di tutti i pittori della città, l’unico capace di fondere in modo quasi miracoloso il disegno e il colore, e di rappresentare i soggetti sacri elevando l’anima e stuzzicando, a un tempo, i sensi.
Uno strabiliante destino che si capovolge, tuttavia, nel suo opposto, in una sorte maligna, il giorno in cui la modella prediletta del Turchetto, Rachel, una bellissima ragazza ebrea dagli occhi incredibilmente verdi e dalla bocca perfetta, viene orribilmente assassinata e gettata in un canale da tre malviventi mascherati come a Carnevale e reduci da una notte di bagordi.

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colorito e imponente anche il romanzo che la mano sapiente di Christophe Rufin propone ai lettori: Francia, la guerra dei Cento Anni si trascina ancora, ma un ragazzo sogna di cambiare tutto…

Jean Christophe Rufin, L’uomo dei sogni, E.o

È un’epoca buia quella dalla quale Jacques Coeur fin da ragazzo sogna di fuggire: la Francia in cui vive è una nazione devastata dalla Guerra dei Cento Anni, con la sua coda di massacri, violenze, carestie e malattie.  Una società immobile dove l’ideale della cavalleria è stato rimpiazzato dai soprusi dei più forti, dove nessuno può uscire dal ruolo assegnatogli per nascita, dove l’incontro con il diverso è sempre guerra e mai ricchezza. Ma Jacques Coeur è un sognatore, un visionario, e ha tutta l’intenzione di realizzare grandi progetti. Per primo “inventa” il capitalismo moderno favorendo la crescita della nuova classe dei mercanti e dei borghesi che, assieme alle merci, faranno circolare il piacere, la pace e la libertà. In breve, attraverso la sua intelligenza e alla conoscenza dell’Oriente, da figlio di artigiano salirà ai più alti vertici del potere diventando banchiere del Re di Francia. Il mondo può essere migliore – pensa, e lotterà per fare del denaro e del commercio non più motivo di guerra ma uno straordinario strumento di benessere e di libertà. Ma i suoi nemici complottano per la sua disgrazia, e quando s’innamorerà della favorita del re, la sua vita sarà in pericolo e dovrà fuggire prima in Italia poi su un’isola greca. Come il nostro, quel Medioevo moribondo è un mondo che sta sparendo e che, attraverso un doloroso travaglio, darà vita a una società più prospera e felice: il Rinascimento. Una storia meravigliosa che pagina dopo pagina ci parla con grande intelligenza dell’attualità e dei problemi del nostro tempo.