Christa Wolf, August
Autore: Paola Quadrelli
Testata: Pulp
Data: 18 gennaio 2013
Il corpus di opere di Christa Wolf si arricchisce di un breve racconto postumo, scritto dalla Wolf pochi mesi prima della morte e dedicato al marito Gerhard in occasione del sessantesimo anniversario di matrimonio. Assurge qui a protagonista una figura che compariva marginalmente nel finale del grande romanzo del 1976, Trama d'infanzia; il piccolo August, profugo dalla Prussia orientale e orfano di entrambi i genitori, era infatti tra i degenti del sanatorio in cui trascorreva gli ultimi mesi di guerra anche Nelly, la protagonista del romanzo e alter ego della Wolf. Troviamo ora August prossimo alla pensione: non è diventato sarto, come congettura la narratrice in Trama d'infanzia, bensì autista di pullman. La Wolf, fine auscultatrice delle increspature dell'anima, dispiega sulla pagina i pensieri che si affollano alla mente dell'anziano August mentre rientra da un viaggio con una comitiva turistica; l'uomo va con la memoria a quel lontano soggiorno in sanatorio, legato indissolubilmente alla figura di Lilo, un'adolescente vivace e ribelle che era stato l'oggetto del tenace amore infantile del piccolo profugo, e ripensa alla vita mediocre ma serena trascorsa nei decenni successivi a fianco di Trude, le moglie da poco scomparsa. Ricompaiono in quest'ultimo racconto alcuni tratti tipici della scrittura della Wolf; la compenetrazione tra presente e passato, la vitalità insopprimibile della memoria e il rilievo conferito alla trama banale, eppure preziosa della vita comune, quasi che nel tranquillo fluire dei giorni e nella ripetitività dei gesti quotidiani sia racchiuso il segreto dell'esistenza umana. Il racconto, seppure di buona fattura, è però ben lontano dalla complessità stilistica e concettuale che connota la grande prosa wolfiana, mentre gli squarci di vita coniugale tra August e Trude sono ritratti con stucchevole compiacimento per l'intimità domestica e l'idillio matrimoniale. La mancanza di informazioni circa la destinazione del testo rende tuttavia difficile la formulazione di un giudizio definitivo; il lettore non sa infatti se si tratti di uno scritto a mera destinazione privata o di un racconto inteso anche per un pubblico più vasto e licenziato dunque dalla Wolf come testo compiuto, maturo e degno di pubblicazione. L'estrema brevità del racconto e il tono assai semplice fanno propendere più per la prima ipotesi.