Non passare per il sangue
Testata: Traspi.net
Data: 17 dicembre 2012
Luca, un ufficiale dell’esercito italiano e Agar, un’anziana donna di origine cretese, sono legati dall’amore per Marcello, collega dell’uno e unico nipote dell’altra, da poco morto in una missione in Afghanistan.
Luca ha l’ingrato e spaventoso compito di consegnare alla famiglia dell’ufficiale la valigia con gli effetti personali, e questo sarà l’elemento scatenante di tutta una serie di ricordi della vita di ciascun personaggio, da quelli del giovane eroe morto, a quelli di Luca e il suo rapporto con un padre per il quale “l’importante era stare al mondo belli attenti, maschi e strafottenti”, a quelli di Agar e la sua conoscenza con Antonio, il nonno di Marcello, al tempo dell’occupazione fascista a Creta.
Luca svela ad Agar quale tipo di relazione lo legasse a Marcello e di come tra i due non ci fosse semplicemente un’amicizia, ma un grandissimo e profondo amore. No, la vecchia non lo accetta, affermando categoricamente che l’omosessualità è contro natura. Ma yayà già sapeva, quando diceva con acredine a sua figlia Sofia: “guarda che tuo figlio ha il carattere di una femmina”, ostinandosi a comprendere poco e non accettare mai il nipote: “era un tensione continua tra i due, in cui l’amore più viscerale si mescolava all’insofferenza, alle reciproche recriminazioni, ai rimproveri aspri. Viaggiavano su due altalene che, oscillando, in alcuni punti li rendevano vicinissimi, in altri molto distanti su due fuochi diametralmente opposti”.
Toccherà a Luca, per quanto possibile rompere questo tabù, parlando ad Agar della purezza del sentimento che lo legava a Marcello e di quanto fosse pulito e felice il loro amore. Ed è sempre attraverso il ragazzo che la nonna riuscirà a liberarsi dai sensi di colpa e ad andare avanti: “non ho mai amato nessuno come Marcello. E credo che non sarà facile innamorarmi ancora così. Ma devo metterlo da parte. E la cosa incredibile è che lui mi sta aiutando, mi sta proprio mettendo le molliche sulla strada, come è successo a Pollicino. Metti da parte anche tu i tuoi morti, yayà”.