Non passare per il sangue
Autore: Filippo La Porta
Testata: XL / La Repubblica
Data: 30 novembre 2012
Perché la guerra (cui l'Italia partecipa, nonostante gli eufemismi ufficiali) entra prepotentemente nella nostra letteratura? Prima il libro di Paolo Giordano. Poi questo romanzo d'esordio di un giovane magistrato napoletano (nella collana curata da Carlotta). Una risposta potrebbe darla uno dei protagonisti di Non passare per il sangue: «Diventa tutto essenziale, in guerra». Non si tratta di un elogio futurista ma della consapevolezza che in un mondo anestetizzato, iperconfortevole, la durezza della guerra mette a nudo le persone, le loro ragioni di vita. Marcello e Luca si conoscono e si mettono insieme durante l'addestramento nei reparti speciali. Poi in Afghanistan Marcello muore in una missione di ricognizione. Luca dà la notizia alla famiglia (di Vico Equense) e riporta gli effetti personali alla nonna, Agar, una cretese ribelle e saggia, che già aveva intuito l'omosessualità del nipote. Nello scambio tra presente e passato, colpe e destini, si riannodano in modi drammatici ma anche catartici, come in una tragedia greca: e infatti la vicenda "si scioglie" davanti al Mediterraneo, in un'isola antica. Forse solo il cinema di Ozpetek ci aveva raccontato con tanta intensità, e delicato pudore, un amore omosessuale di straziante purezza.