La cosa più liquida costruita dall'uomo è il denaro
Autore: Massimo Chiriatti
Testata: Tit for tat
Data: 21 novembre 2012
La cosa più liquida costruita dall’uomo è il denaro. Si muove nello spazio (con l’import-export) e nel tempo (con gli interessi di credito-debito).
Quell’artefatto di carta o metallo che chiamiamo moneta non è il denaro, è solo il supporto fisico del denaro - che tra l’altro sta svanendo dentro i bit delle carte di credito e delle transazioni bancarie. Spesso si confonde la ricchezza con il denaro: esso è un bene fungibile, lo puoi scambiare per muovere ricchezze. È, infatti, un mezzo di scambio per comprare beni che non possiamo costruirci da soli.
Per chi vuol capire quando è nata la prima forma moderna di globalizzazione, c’è un ottimo libro “L’uomo dei sogni, di Jean-Christophe Rufin, Edizioni E/O” che descrive con accurati riferimenti storici cosa è avvenuto nel XV secolo e i magheggi con la moneta.
È la vita di Jacques Coeur che s’intreccia –fatalmente- con uno snodo della storia: la fine della guerra dei Cent'anni e l’avvio del capitalismo. Una vita complessa e ricca – in tutti i sensi – raccontata dalla prospettiva degli ultimi giorni in fuga dalla Francia attraverso l’Italia e infine in un’isola greca.
Un bambino sveglio e sognatore, caratteristiche che non lo abbandoneranno mai, nato in un ambiente familiare modesto con alti valori morali e la guerra sull’uscio di casa. Come capita ancor oggi, da un padre artigiano con un carattere definito dal suo lavoro, e pertanto considerato inferiore ai nobili, tali solo di nascita, il figlio cerca di emanciparsi coniugando la voglia di riscatto personale con i criteri di giustizia morale (dove fallirà anche lui in certi momenti della sua vita). Anche il mestiere del suocero che si occupava di cambi, gli fa capire l’onore che il denaro porta con sé e l’attrazione, il potere e –come lui sperimenterà sulla propria pelle- la corruzione.
Seguendo i suoi sogni da ragazzo s’imbarca per un viaggio in un Oriente per noi non più immaginabile, per via della raffinatezza di quell’area prima del petrolio e del fanatismo religioso. Tale esperienza lo farà vivere di rendita e diventerà il tesoriere del Re di Francia Carlo VII, in un mondo ancora molto chiuso ai viaggi, a parte le crociate.
Jacques Couer ha un rapporto freddo e saltuario con la famiglia, mentre è così lungimirante nel percorso di tesoriere per il Re e per il potere e per la finanza. Cioè il prestare soldi per acquistare ciò che vendeva già con enorme profitto.
“Questa guerra che dura da più di un secolo, Sire, lei la terminerà. Non sarà una tregua di più. La pace non è la sospensione della guerra. La pace è l’industriosità degli uomini, il movimento delle merci, l’incremento delle città e delle fiere.” Così Couer cercava di convincere il Re che l’arte dello scambio, della comunicazione e del commercio della moneta – proprio come allora e sempre- erano i prerequisiti per la pace.
Lui vive la vita di corte come una ragnatela di tradimenti: dall’alto dei suoi ideali alle bassezze del potere. Da un lato la famiglia dall’altro le amanti, finanche quella del Re. Il potere di corte, e i compromessi per mantenerlo (ma soprattutto accrescerlo), passavano sulla vita delle persone e sul loro destino.
Per tutta la vita ha visto il denaro diventare un oggetto del desiderio piuttosto che un mezzo per soddisfare desideri.