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«Undercover» il thriller alla calabrese con Cocaina

Testata: Il Tempo
Data: 31 ottobre 2012

«Provare per credere: restare al buio da soli, nel retro di un furgone, non aiuta a essere ottimisti. Penso tutto il peggio, in quei venti minuti che mi sembrano un'ora. Poi il mezzo si ferma. Dall'esterno non giungono rumori, ne deduco che ci troviamo in un luogo isolato. Trattengo il respiro, aspetto che il portellone si spalanchi e appaiano con le armi in pugno. C'è un'altra possibilità: invece di aprire potrebbero spararmi attraverso la lamiera. Con i proiettili adatti non ci vorrebbe nulla a perforarla»: in questo paragrafetto fatto di buio e di silenzio c'è tutta l'essenza del thriller. È un brano tratto dall'ultimo romanzo, appena arrivato in libreria, di Roberto Riccardi: «Undercover. Niente è come sembra», edizioni e/o, 221 pagine, 16 euro. Il thriller è qualcosa di speciale, capace di mettere il lettore in uno stato d'ansia con... nulla: uno scricchiolio, un filo di fumo che si perde nel vuoto. L'inventore del genere è Raimond Chandler, ma di certo non ne ha il copyright. Riccardi ci propone il suo «thriller», caldo, mediterraneo, che parte negli anni Ottanta dalle coste della Calabria e arriva in luoghi e in tempi imprevedibili. I protagonisti sono due amici, tal Rocco e tal Nino che, tutto sommato, potrebbero sembrare la stessa persona. E qui ecco l'essenza del thriller: i due, a un certo punto, si ritroveranno uno su un lato e l'altro sul lato opposto di un campo di battaglia. Uno agente, di quelli «infiltrati», sotto copertura, insomma «undercover» e l'altro boss della 'ndrangheta. Una storia che parte «sotto la barba dell'Aspromonte» e si espande, infettando mezzo mondo con l'evoluzione di un'organizzazione criminale diventata, grazie alla droga, una multinazionale. Anche l'autore, Riccardi, a modo suo, è «undercover». Si divide tra romanzi storici di notevolissimo spessore, come il bellissimo «La foto sulla spiaggia», e thriller da tracannare tutti d'un fiato. Chissà qual è la sua vera identità.