Amica Geniale 2
Autore: Paola Zannozer
Data: 16 ottobre 2012
Sono tutta presa dalla lettura del nuovo libro di Elena Ferrante, Storia del nuovo cognome (edizioni e/o), proseguimento de L’amica geniale (un titolo bellissimo).
Peccato che tra un romanzo e l’altro di questa epopea novecentesca (mi rifiuto di chiamarla trilogia come i fantasy) si debba aspettare diversi mesi. D’altronde, al contrario dei polpettoni infarciti di già letto già visto, questa storia è viva e se non fosse un termine un po’ fané direi anche palpitante, e la leggiamo appena uscita dal laboratorio di una vera alchimista di parole, che sa calarci perfettamente in un ambiente, quello del rione napoletano poverissimo e in via di sviluppo dove crescono le due amiche Lila e Lena. Anche i nomi quasi si confondono (a volte Lila è chiamata Lina, da Raffaella, il suo nome completo), segnale di quella simbiosi che le due bambine sperimentano felicemente da piccole, ma che già al termine del primo romanzo si è già consumata, con il matrimonio della sedicenne Lila con il ricco salumiere del rione.
In questa seconda parte della storia, si evidenzia il solco che divide le due ragazze, Lila sposata infelicemente, ma indomita e crudele, prigioniera e tiranna tra casa e bottega; Lena liceale vogliosa di riscattarsi attraverso lo studio, innamorata di uno studente universitario, anch’egli proveniente dal rione. Intorno, una periferia che sta cambiando rapidamente, e soprattutto la presa di coscienza di queste donne e del loro ruolo in mutazione rispetto alle madri, alle donne che “erano state mangiate dal corpo dei mariti, dei padri, dei fratelli, cui finivano sempre di più per assomigliare, o per le fatiche o per l’arrivo della vecchiaia, della malattia.”
La grande maestra di Ferrante sta nel lavorare sui caratteri, sulle emozioni, sulle ambiguità e per esempio riuscire a farci sondare le sfaccettature della personalità di Lila, la geniale delle due amiche, costretta per miseria a incasellarsi in un ruolo che pure riesce a travalicare. Lei, crudele e sarcastica, cinica, rabbiosa, sempre in guerra con sé e con gli altri, ci commuove e ci fa pensare al lunghissimo cammino delle donne, geniali quanto lei e come lei impedite nel movimento, nella libertà. La differenza, in questa magnifica storia, è che la sua complementare Elena, forzata proprio da Lila nella sfida di migliorarsi e primeggiare, diventerà scrittrice.