Può la gelosia sfociare nell’ossessione? e l’ossessione può spingere un uomo ad uccidere la donna che ama? “Vera” di Aleksander Skorobogatov (E/O edizioni) è il dramma di un uomo debole, ingannato dalla moglie sotto il suo stesso tetto. Una moglie bellissima, a detta di tutti, e appassionata di teatro.
Nikolai e Vera sono sposati da un po’ e il loro unico figlio è morto per cause non meglio specificate. L’autore lascia intendere sia stato un incidente. Una casualità che, però, Nikolaj stenta ad accettare, addossandosene la colpa. Vera lavora in teatro e lo tradisce con Bertrand, ogni sera, ogni momento, e non solo con lui. Vera, infatti, ama recitare, ma non è di certo una promessa. Eppure, per recitare, sarebbe disposta a tutto, anche a vendersi al regista. Spera che il marito non capisca, non se ne accorga, sempre ubriaco com’è.
Lui e la vodka sono un mondo che questa donna lambisce con il più falso dei sorrisi. Un mondo che non la riguarda. Nikolaj la scruta, si accorge di quanto sua moglie sia avvenente, ammiccante con gli uomini, e non riesce a tollerarlo. Ben presto diventa pazzo di gelosia: la spia, la segue, origlia. Vera è una poco di buono. Vera è una puttana. Vera merita di morire perché è la causa di tutte le sfortune. Chi è la vittima? e chi il carnefice?
L’autore ha inseguito una vicenda privata e ne ha riproposto le sfumature psicologiche. Trame complicate, inaccessibili persino ai protagonisti, ma che ci appassionano e ci coinvolgono.