“Quando si addormentava si girava verso di lei, si alzava in silenzio […] accendeva la lampada vicino alla finestra, tornava a letto e iniziava a osservarle il volto. Questo accadeva quasi ogni notte, ma la cosa strana era che quella vista non lo saziava […]. Per qualche ragione non era in grado di appagare la sete della sua bellezza, tiepida nel sonno, famigliare e, come sempre, perfetta. Non ne era capace”.
Sono tante le cose che Nikolaj non riesce più a fare, ossessionato dall’idea dell’infedeltà di Vera, la sua bellissima moglie.
A nulla valgono le suppliche, le spiegazioni di quella donna tanto attraente quanto bugiarda. Nikolaj la vede – attraverso serrature e fori nelle pareti - mentre si lascia accarezzare, lasciva, dai suoi amanti nella loro casa o mentre si spoglia sul palco sotto lo sguardo famelico dei suoi ammiratori.
Perché Vera è una brava attrice nel lavoro ma anche nella vita e Nikolaj non può fare a meno di amarla. Non sa convivere con quella donna ma non può fare a meno di lei. E’ colpa della sua promiscuità se lui la colpisce con pugni e calci, se la obbliga ad abbandonare il lavoro in teatro e gli amici. Lei non fa altro che piangere, ma le sue lacrime non bastano a lavare via la rabbia di Nikolaj.
Solo Bertrand - l’uomo che fa visita alla sua casa per intrattenersi con Vera - lo capisce, perché ne ha conosciuto la bellezza e la lussuria. E’ lui a spronarlo, ad ascoltarlo, a suggerirgli la strategia per smascherare i tradimenti della moglie ed infliggerle punizioni.
Il delirio e la follia sono i protagonisti assoluti di questo romanzo, dove realtà e allucinazione si confondono nella mente del protagonista, invasa dai fantasmi della malattia e dai fumi dell’alcol.
Nessuno è in grado di salvare quest’uomo da se stesso e Vera, sua moglie, è l’unica a giustificarne la crudeltà, vittima essa stessa dell’insana follia del marito.
Cosa leghi i due personaggi – a parte la prematura morte del figlio - non si riesce a capire. Loro parlano di amore, ma tra le righe di questo romanzo di amore – a mio parere - non vi è alcuna traccia.
In Nikolaj si mescolano a tratti la crudeltà, la follia e la duplicità proprie dell’uomo, le stesse abilmente descritte da Stevenson ne “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”, nonostante la distanza inevitabile tra i due romanzi.