Camorrista per caso
Autore: Erica Arosio
Testata: Gioia
Data: 6 settembre 2012
In Vita segreta di Maria Capasso (e/o) Salvatore Piscicelli, regista di mélo contemporanei come Immacolata e Concetta, si cala nei panni di una donna napoletana, una proletaria bella e volitiva, che scende a patti con se stessa e col mondo, per arrivare dove si è prefissa. Vedova, con tre figli, senza quasi rendersene conto, imprime alla sua vita una deriva criminale, da cui uscirà indenne.
Come mai questa predilezione per le figure femminili, sia nei film che ora nel romanzo?
Le donne sono più complicate e misteriose. E quindi più interessanti e hanno compiuto un cammino rivoluzionario, così grandioso negli ultimi cinquant'anni, da essere totalmente altra cosa rispetto alle loro madri e nonne.
Difficile scrivere in prima persona femminile? S
ono anni che bazzico le donne e mi sono calato in Maria Capasso anche con una certa dose di autenticità.
Concorda con la definizione del suo romanzo come un "Gomorra intimo e femminile"?
L'accostamento con il libro di Saviano è inevitabile, ma c'è una differenza. In Gomorra la camorra viene vista come un mostro estraneo aUa società, io ho sottolineato un intrigo più articolato e ineluttabile: la camorra non è solo la manovalanza criminale, ma è una mentalità che ha contagiato tutta la società, e non solo quella campana.
Maria simbolo del degrado morale italiano? In un certo senso sì Una donna pronta a scendere in guerra e ad accettare ogni mezzo e ogni compromesso per arrivare dove vuole, dicendosi: "In fondo, devo sopravvivere". $confortante. Sembra impossibile uscirne ... Non è questa la sede per una soluzione. Sarebbe necessaria una ristrutturazione profonda della politica.
Non c'è una punta di maschilismo nel tratteggiare il degrado morale della protagonista parallelo al "lassismo" sessuale?
Accetto l'accusa. Ma fa parte del vitalismo del personaggio: una donna di neanche 40 armi, bella, intelligente che agli uomini non rinuncia. Il resto segue. Ma non necessariamente di conseguenza.