Delitto alle Olimpiadi: un omicidio a Ostia alla vigilia di Londra 2012
Autore: Viviana Spinella
Testata: Roma/Italia
Data: 30 luglio 2012
“Purtroppo in Italia lo sport sta soffrendo sia la crisi economica (con i tagli alle federazioni sportive), sia la mancanza di una seria attività fisica nelle scuole. Abbiamo comunque delle eccellenze (dalla scherma al nuoto, dai tuffi alla ginnastica, dalla vela alla boxe) e spero che si torni con un bel bottino di medaglia pulite”. La cerimonia di inaugurazione di domani darà l’avvio ufficiale delle Olimpiadi di Londra 2012. Di gare, passione per lo sport, ma anche di gialli e scandali che macchiano il gioco, ne abbiamo parlato alla vigilia di questo importante appuntamento con Paolo Foschi, giornalista del Corriere della Sera, che ha da poco pubblicato il romanzo: “Delitto alle Olimpiadi” per Edizioni E/O.
Da sportivo quale sei stato da giovane, quanto della tua vita da atleta ti sei portato dietro nella scrittura di questo tuo romanzo d’esordio?
In questo libro c’è molta dell’esperienza che ho maturato praticando sport da ragazzino (atletica in particolare), ma non solo. Ancora adesso a 45 anni continuo a praticarlo, gareggio nel nuoto fra i master. Ovviamente il modo di vivere e vedere lo sport è cambiato. Ecco, nel libro ho cercato di raccontarlo da diverse angolature: ci sono i professionisti, ma ci sono anche gli amatori. Non è comunque un libro tecnico, nel senso che anche nelle parti più sportive ho cercato di raccontare le sensazioni e le emozioni degli atleti, più che le loro prestazioni.
Per il tuo esordio hai scelto la strada del noir lasciandoti accompagnare in questa corsa dalle tue tre passioni: la musica, lo sport e la letteratura. A giochi fatti, credi di essere riuscito a raggiungere l’alchimia che cercavi all’inizio di questa esperienza?
Si, da questo punto di vista sono molto soddisfatto. Però è come chiedere all’oste se il vino è buono. Leggetelo e giudicate voi.
Passiamo al romanzo. La storia è quella di un delitto da risolvere consumato a Ostia a pochi giorni dall’inizio delle Olimpiadi. Le indagini sono affidate al commissario Igor Attila, ex pugile olimpionico col dente avvelenato per un oro di cui è stato derubato. I critici vedono in lui ora Maigret, ora Montalbano, ora Charitos. Dov’è la verità? Chi è per Paolo Foschi Igor Attila?
Leggo tantissimi gialli e sicuramente, a volte con consapevolezza, a volte incosciamente, ho tratteggiato un personaggio che può richiamare i commissari che hai citato, ma anche il Montali di Izzo o il Daquin di Manotti. Ho voluto creare un personaggio complesso e contraddittorio, come del resto lo siamo tutti noi, con molte debolezze e fragilità, ma contraddistinto da grande sensibilità, anche se nascosta sotto la scorza del duro.
A fare da scenario a questo delitto emerge a più riprese il marcio che macchia lo sport, anche delle Olimpiadi. Ci sono la burocrazia, i magistrati, il traffico, gli scandali, il doping e, soprattutto, c’è la sezione «crimini sportivi» della questura di Roma guidata proprio dal protagonista. Nel tuo immaginario, questa sezione rappresenta lo sporco che sta piegando indelebilmente lo sport italiano, con il calcio in prima fila?
La premessa è che amo lo sport, che non solo pratico da sempre, ma ho anche studiato (sono diplomato in educazione fisica) e osservato e raccontato (prima di occuparmi di cronaca, sono stato giornalista sportivo). Purtroppo però lo sport è anche il doping, il calcioscommesse, lo sfruttamento degli atleti dei paesi in via di sviluppo. Io vorrei raccontare in questo e in altri libri che intendo scrivere anche questi aspetti dello sport.
Nel libro, dicevamo, il delitto si consuma lungo il litorale di Ostia. Quali altri volti di Roma emergono dal tuo romanzo?
La zona di piazza Vittorio, dove ha sede la fantomatica sezione crimini sportivi. Per un anno e mezzo ho vissuto a piazza Dante, nel cuore di questo quartiere multietinico, e proprio come Igor Attila sono rimasto affascinato dal miscuglio di etnie, religioni, culture e tradizioni di questa zona di Roma. Nel libro cerco di tratteggiare questo aspetto multietcnico della nostra amata città.