Lo sguardo di Simi sul lato oscuro di una vita felice
Autore: Ida Bozzi
Testata: Corriere della Sera
Data: 7 luglio 2012
Una provincia dal cuore freddo, un lavoro in cui vale la performance e non l'accuratezza, aspirazioni ridotte alla cura di un'auto d'epoca: è l'ambiente in cui si muovono i protagonisti del romanzo La notte alle mie spalle (edizioni E/O, pp. 224, e 18) di Giampaolo Simi, prova davvero solida dell'autore qui lontano dai confini del noir e, invece, immerso in un tema d'attualità come la violenza famigliare. L'agente di vendita Furio Guerri è un «rampante», si sarebbe detto una volta, un uomo roso da competitività e ansie di prestazione degne di Wall Street e praticate, invece, in una frustrante provincia toscana senza centro, senza paesi, solo statali e insediamenti isolati; in uno di questi, in una villetta ordinata, vive con la moglie Elisa, già bellezza della scuola, e con la figlia Caterina: tutto, sebbene non felice, appare perfetto. Non lo è, come in un'America alla Yates. Questa è infatti solo una delle due vite di Furio, narrate in parallelo, e l'altra comincia così: «La mia seconda vita è quella di Furio Guerri, il mostro». Il lettore capisce fin dall'inizio che un orrendo episodio di violenza incombe: ma Simi sfalsa le epoche delle due narrazioni parallele, in realtà lontane dieci anni una dall'altra, e «gioca» con lievi tocchi di scrittura anche sul genere di mostruosità di Furio, spingendo il lettore a crederlo ora un pedofilo, ora uno stalker, ora un adescatore da chat. La precipua mostruosità del protagonista prende invece forma solo a poco a poco e con calibrata gradualità, e lo fa nella «prima» vita, quella ordinata: c'entra semmai quello che sbrigativamente verrebbe definito un «delitto passionale», e che è ben descritto, invece, come un crimine dell'egoismo, della frustrazione e del senso di possesso.