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La lingua (nera) del killer napoletano

Autore: Ida Bozzi
Testata: Corriere della Sera
Data: 17 giugno 2012

Non pochi i punti di interesse, e non solo nella trama, per il nuovo libro di Patrizia Rinaldi, Tre, numero imperfetto (edizioni e/o, pp. 192, €16), un poliziesco in cui tornano i personaggi seriali della sovrintendente Blanca, ipovedente esperta di intercettazioni, del commissario Martusciello e dell'ispettore Liguori. La scrittrice napoletana, classe 1960, ambienta nella città partenopea la vicenda dell'omicidio di Gennaro Mangiavendo alias Jerry Vialdi, «ex cantante neomelodico, poi ex cantante di tradizione e folclore, poi ex cantante Ariston, poi finalmente cantante sensibile di entusiasmi e di critica colta», circondato da donne usate e gettate via, ora possibili assassine. Un elemento interessante è nella lingua della Rinaldi, che del dialetto ha quasi solo la cadenza e che si trasforma nella lingua di commedia nei dialoghi tra il bennato Liguori e il popolano Martusciello («ostinato ciuccio di paese che fa solo la via che sa e che vuole») ma diventa lingua di romanzo nero quando a parlare è il killer. Un altro è l'uso degli a-solo nei quali di tanto in tanto i personaggi parlano come a se stessi e in cui si vede la volontà di un omaggio a esempi illustri, da Camilleri a Sciascia. Leggendo, vien voglia di approfondire di più la vicenda gialla che non quella rosa degli amori di Blanca, poiché la penna della Rinaldi è capace di sostanza e lo sfondo napoletano appare ricco di luci e ombre ancora da sondare.