Non amo i romanzi lunghi. 200 pagine sono il massimo che riesco a digerire, poi arriva la noia e il conseguente abbandono. Per questo i miei più sinceri complimenti vanno a PG Pulixi per essere riuscito a tenermi incollato alle pagine del suo romanzo fino alla fine.
“Una brutta storia” è una saga cattiva e oscura che ha come protagonista Biagio Mazzeo, ex delinquentello arruolatosi in polizia solo per poter continuare in santa pace i suoi traffici. Nel corso degli anni è riuscito a mettere su una squadra di poliziotti corrotti dediti a omicidi, ricatti e al controllo delle strade con uno stile tipicamente mafioso. I problemi nascono quando, durante una rapina, viene ucciso Goran Ivankov, fratello di un potentissimo boss ceceno.
Il romanzo ha un piglio veloce, la scrittura è nervosa, cattiva e avvincente. I primi capitoli sono occupati da parecchi flashback, che raccontano vita, morte e miracoli dei vari personaggi. Si tratta però di un artificio obbligato che non pesa, dato che è necessario conoscere la vita dei protagonisti per poi comprenderne le successive mosse. Poi ci sono i soldi, sempre quelli, sporchi, luridi e tanti, causa ed effetto di ogni azione. Un mondo dove ogni bassezza è permessa e il sangue non costa nulla.
La grande capacità di Piergiorgio Pulixi è stata quella di saper caratterizzare i personaggi in maniera eccelsa. Nessun buono e nessun cattivo ma solo un’immensa sfaccettatura ambigua, come sanno esserlo gli esseri umani. Mazzeo e Ivankov sono criminali prezzolati e spietati eppure vivono la vita con un desiderio di rivalsa e di protezione, vedendo la propria attività come necessaria al fine di salvaguardare il benessere e la vita delle persone che amano. Non si riesce a odiare Mazzeo per quello che fa, come non si può non provare pietà per le pene che Ivankov prova verso la figlia Irina, condannata sulla sedia a rotelle.
Nel complesso posso affermare, con tutta la tranquillità di questo mondo, che se PG Pulixi riuscirà a mantenere lo stesso livello narrativo e qualitativo con il prossimo romanzo, potrebbe concorrere per entrare nell’olimpo degli scrittori noir italiani.
Perchè leggerlo: Per come è scritto, per la velocità del narrato, perché è un “pugno nello stomaco”
Perchè non leggerlo: E’ duro e diretto come non mai
Cos’ho pensato quando l’ho finito: Questo scrittore è una rivelazione