L'amica geniale
Autore: Cristina Vezzaro
Testata: note di vita
Data: 31 maggio 2012
La grande difficoltà de “L’amica geniale” è l’inizio. È un inizio che sembra troppo sinuoso e dispersivo, in cui si intuiscono sì i protagonisti ma non se ne seguono facilmente le vicende. Fino a quando diventa chiaro che l’articolata compagine di personaggi è funzionale, davvero funzionale, profondamente funzionale alla descrizione di una storia che nasce e cresce in un contesto corale, per quanto personale.
Lenuccia e Lila sono due ragazzine di un quartiere poverissimo di Napoli. Non potrebbero essere più diverse l’una dall’altra per carattere e per destino, ma un filo sottile le legherà per la vita.
Intelligenti entrambe, Lila più di Elena, ottengono ottimi voti a scuola e a casa si arrabattano tra famiglie che vivono in una povertà e in una violenza che, come dice la protagonista, è ovunque nella loro vita, anche per strada, oltre che a casa. Lila brilla su tutti, maschi e femmine, per la sua intelligenza estrema, ma la sua famiglia di “scarpari” si rifiuterà di farla andare alle scuole medie e di farle proseguire gli studi. Ne farà una malattia, e da autodidatta imparerà prima il latino poi - sulle orme dell’amica Lenuccia, inizialmente persa senza la sua compare, di cui è succube, ma che finisce per brillare e andare perfino al ginnasio - anche il greco, che insegnerà a Elena prima ancora che inizi scuola.
Tra loro la rivalità-gelosia arriverà a tensioni estreme per poi dissolversi nel finale in cui ciascuna capirà qual è il proprio destino e lo saprà accettare, con tranquillità persino, avendo saputo dargli un senso.
“L’amica geniale” è un libro intenso, la storia di un’amicizia che, come spesso accade, è tutt’altro che semplice e, soprattutto quando dall’infanzia accompagna lungo tutta l’adolescenza fino all’età adulta, non può non segnare un carattere e una vita. Ma è anche la storia di un mondo, di un quartiere in cui la città borghese, la Napoli bene, sembra lontanissima, un mondo in cui la violenza insegna a tutti a rispettare regole tacite e la tanto ambita ricchezza - che a tutti sembra libertà - è comunque nelle mani e nei modi della Camorra.