Lupi di fronte al mare. Mazza: un romanzo sul potere pugliese (VD)
Autore: Paolo Ferrante
Testata: Statoquotidiano
Data: 26 marzo 2012
Foggia – “CI SONO momenti in cui la realtà supera il romanzo”. Forte e secca la definizione coniata da Claudio Sottile, consigliere comunale e grande esperto di letteratura poliziesca italiana, per “Lupi di fronte al mare”, opera prima del barese Carlo Mazza presentata a Foggia nei 50 mq della Libreria Stile Libero (recensione di Stato, Macondo – la città dei libri; puntata numero 62 del 28 gennaio 2012). Un testo deciso e attuale, concentrato a bacchettare e smascherare, in un’alternanza di realtà ed invenzione, il malaffare politico-economico di una Puglia non opuscolare, ben difforme da quella rappresentata nelle brossure da bancone delle agenzie di viaggi, sfiancata da intrallazzi e furberie.
“UN ROMANZO SUL POTERE”. E’ questa vocazione arrembante che induce Mazza a parlare del suo come di “un romanzo sul potere”. Composto, certo, “con l’intento civettuolo del confrontarmi con me stesso”. Ma scritto anche e soprattutto per schiudere gli occhi del lettore ad una realtà impietosa. Una realtà che è impasto quotidiano di illegalità e soverchieria e che il bancario/scrittore Mazza fronteggia con l’arma della letteratura. “Narrare la realtà – ragiona con i lettori della Stile Libero – è una forma di combattimento. Leggere libri che narrano la realtà è una forma di resistenza”. Combattere, resistere, scrivere sono, in Mazza, nel suo argomentare, nel suo raccontare, identiche facce della stessa medaglia. Forse, da qui scaturisce il silenzio, assordante, complice, della politica locale. Quella che, messa dirimpetto a “Lupi di fronte al mare”, ha – lamenta l’autore con fare polemico e scorato – “voltato la testa dall’altra parte”. Un mutismo che fa da indegno contraltare all’apprezzamento della stampa (e in particolare quella non pugliese), all’innamoramento del Maestro dei maestri Massimo Carlotto, all’entusiasmo dei lettori. D’altronde, il libro di Mazza sta alla classe politica come un chiodo alla seduta di una poltrona: crea fastidio e punzecchia la sensibilità.
“UN ROMANZO MEDITERRANEO”. E’ l’altra visione espressa da Mazza. Una visione in cui il mare nostrum slitta da fulcro dello scambio in positivo, a sede di traffici meno gloriosi. “Ho inteso porre in risalto – spiega l’autore – il punto di vista criminale del Mediterraneo”. Area geografica in cui si colloca, prima inter pares la città di Bari. Del criminale levantino (inteso in senso lato come prepotente), “Lupi di fronte al mare”, che nel capoluogo pugliese è ambientato, traccia ritratti insieme esilaranti e sovrabbondanti. “Un’espressione autoctona della malavita mediterranea”, la definisce. E malaffare significa giallo, significa poliziesco. Malaffare significa, ancor più, noir. Per Mazza, qualcosa di un più di un ambito letterario: “lo stile contemporaneo per eccellenza”. Meglio ancora: “Rispetto alla letteratura bianca, il noir ha fornito prova di saper attuare analisi fondamentali sulla realtà, sopperendo appieno al ruolo dei media”.
CONTINUA… L’esperienza letteraria di Carlo Mazza non finisce qui. Lo scrittore fa sapere che l’attore protagonista della vicenda racchiusa nel romanzo, il capitano Antonio Bosdaves – carabiniere friulano prestato alla Puglia – tornerà in campo. “La casa editrice [la E/O, ndR] ha in mente una trilogia”, il cui secondo capitolo è già in fase di realizzazione.