TORNA L'ALLIGATORE DI CARLOTTO L'amore del bandito tra mafie e gang bang
Autore: Sergio Pent
Testata: TuttoLibri - La Stampa
Data: 3 ottobre 2009
Certi personaggi seriali sono diventati l'appuntamento fisso per i lettori italiani, numericamente esigui ma fedeli ai loro luoghi comuni. «L'Alligatore» Marco Buratti di Massimo Carlotto e' uno di famiglia come il Montalbano di Camilleri, anche se gioca in un campo piu' azzardato, ai bordi - e spesso tra le maglie - della malavita. Carlotto e' ormai un marchio di fabbrica certificato e garantito, con i vantaggi e i rischi che cio' comporta: successo crescente - a prescindere dai risultati - e obblighi seriali che talvolta si traducono in frettolosi riassunti delle puntate precedenti, disturbanti per coloro - come chi scrive - che considerano ancora il libro - ogni libro - una merce unica e rara. Ma e' un gioco necessario, crediamo, per le nuove leve di lettori, perche' il personaggio si muove, si modifica e accumula memoria, e forse basterebbe vedere il tutto come un serial tv che s'interrompe e riprende e scacciare certe fissazioni da nostalgici. Detto questo, l'avventura continua con L'amore del bandito (edizioni e/o, pp.190, e15). In una Padova ormai delinquenzialmente cosmopolita, Buratti e i suoi fidi angeli custodi - il vecchio contrabbandiere Beniamino Rossini e il lardoso Max la Memoria - si ritrovano questa volta ad agire sul versante dei sentimenti privati. Sylvie, l'attempata ma sexy compagna di Rossini, e' stata rapita, all'apparenza a scopo di ricatto. Ma per capire le motivazioni occorre risalire al 2004 e a un furto di stupefacenti all'Istituto di medicina legale di Padova. Nei romanzi di Carlotto ogni dettaglio scatena una valanga di rivelazioni, e anche qui, tra mafia kosovara e malavita ormai meglio assemblata dell'Unione Europea, il gioco si fa duro e incalza, mentre Sylvie viene venduta a un locale per gang bang, il tempo stringe e le oscure telefonate della misteriosa Greta Gardner sembrano le tappe di un enigma mortale. L'azione dura e si dilata tra il 2006 del rapimento di Sylvie e il 2009, in cui i nostri eroi si rendono conto che occorre rinunciare a certe vendette private per colpire un male piu' esteso e collettivo. E questo, come in un remoto pulp magazine Anni Trenta, costituisce una sorta di appuntamento per la puntata successiva. Perdonata anche questa estrema parentesi legata ai «doveri» della serialita', e' necessario sottolineare l'efficacia e le tensioni di un romanzo aspro e diretto, che una volta iniziato non si lascia mollare fino all'ultima riga.