Come il buon vino, più il tempo passa non solo migliora, ma presenta nuova sfumature, il gusto che lascia si fa più persistente e seduttivo. Ogni sorsata è un piacere, così come ogni capitolo di questa nuova storia firmata da Veit Heinichen è un godimento per lettori assetati di noir.
Per sintetizzarlo ai distratti - Diario lo segue dall'inizio, sin da quando era un caso in Germania e la casa editrice e/o non aveva ancora, meritoriamente, pubblicato i suo romanzi - va detto che trattasi di tedesco innamoratosi del Carso (facile intuire perché), curioso della storia triestina del cui presente è un disincantato e ironico osservatore (anche troppo, quando escono i suoi libri gli organi ufficiali tendono a ignorarli). In patria ha lasciato un mestiere di editore intelligente e di successo (elementi che, ahimè, si combinano con difficoltà) e un amore per i libri che ora lo vede dall'altra parte della barricata.
A guidare i suoi lettori per le zone oscure e nell'anima ricca di sfaccettature della città è Proteo Laurenti, vice questore campano di nascita e di stanza da tempo immemore in terra giuliana. Disincantato anch'egli, ca va sans dire, osservatore. Eccolo per quarta volta tra le pagine di un romanzo alle prese con diverse indagini che pur partendo da ambiti spazio temporali differenti finiscono per intersecarsi, quando addirittura per convergere. Heinichen è bravo perché riesce ad evitare che si interechino. C'è un delitto, anzi due, irrisolti da tempo memorabile; c'è un ragazzo morto in circostanze misteriose in Val Rosandra (lo scrittore tedesco rende onore a un piccolo paradiso spesso conosciuto anche i triestini); c'è un deposito di armi con il quali si potrebbe fare una guerra; c'è o meglio c¹era o forse c¹è ancora la P2; ci sono diversi trafficanti che scambiano denaro con dossier sui criminali all¹epoca del nazismo e loro sodali italiani; c¹è qualche malavitoso che in passato organizzanava massacri in Bosnia; c'è un vecchio amico in pensione che indaga per conto suo; ci sono oscuri traffici tra Italia ed Est europeo; c'è un commando animalista che si firma Mucca Pazza e semina la città di messaggi fantasiosi e variopinti (poco graditi alle autorità); c'è l'ombra dei servizi segreti...
C'è tutto questo, ma tranquilli non vi perdete, così come non si perde nemmeno Laurenti nonostante si debba godere anche la propria famigliola: ormai cinquantenne deve fare i conti con figli adulti con relativi problemi, nonché con la loro genitrice che pazza della nuova casa con giardino non perde occasione per fare grigliate con amici. Va detto che in virtù della dimora di cui sopra due passi dal mare, il nostro sbirro che ogni tanto si ribella aprendo licenziose parentesi si tiene in forma più che mai andando a nuotare ogni mattina. E tra una bracciata e l'altra all'alba inizia questa anche questa nuova avventura dove ritroviamo la segretaria Marietta più sofisticata che mai causa passione amorosa, l'ispettore Sgubin che stanco di stare all¹ombra del dottor Laurenti ha deciso di fare carriera, il caro amico Ettore Orlando comandante della capitaneria di porto trasferito anch'egli (ma non per sua volontà), la procuratora croata Ziva Ravno, il dottor Galvano medico e filosofo con il carattere che peggiora con l'età, il cattivo Victor Drakic... e tanti altri che aiutano la serialità di una vicenda che alla tv tedesca è già diventata fiction (con successo). E tanti nuovi personaggi, ovviamente.
Tutti legati dal filo di un tempo che sembra dilatarsi per includere il passato: "Qualunque cosa succeda qui ha quasi sempre a che fare con il passato, oppure con i cliché che esso ha prodotto. Con la storia, o meglio, con la parte rimossa della storia", dice quasi all'inizio il procuratore Scoglio. E così Laurenti che in passato ha ficcato il naso tra le foibe, nostalgici del passato regime, entusiasti alfieri della maggioranza politica al governo sino pochi mesi in Italia (e tuttora a Trieste) prosegue a indagare in zone oscure (con il limitato entusiasmo di alcuni rappresentati del potere e loro scudieri, come si diceva). E per fortuna che lo fa, come lettori e come cittadini non si può che essere contenti.