"Il maestro di nodi" è il quinto romanzo di Massimo Carlotto, che ha saputo abilmente adattare alla realtà italiana il tipico protagonista della pulp-fiction americana anni '40
Alligatore è un detective che beve Calvados, ama la buona musica, conduce una vita disordinata, sta sempre dalla parte degli oppressi e si è fatto ingiustamente qualche anno di galera. Massimo Carlotto, il suo inventore, ha appena pubblicato "Il maestro di nodi": è il suo quinto romanzo noir dedicato all'investigatore privato di Padova con la pelle dura come quella di un coccodrillo e il cuore tenero come quello di un santo. Alligatore è un personaggio decisamente riuscito, ricorda gli sgangherati poliziotti privati della pulp-fiction americana degli anni Quaranta, rivisto e corretto per la realtà italiana.
Questa volta l'Alligatore viene ingaggiato da un facoltoso imprenditore a cui una misteriosa banda ha rapito Helena, la bella moglie tedesca. Alla polizia l'uomo non si è rivolto perché con la ragazza organizzava orge sadomaso a pagamento e i rapitori potrebbero essere dei pericolosi maniaci, oppure sfruttatori del giro dei filmini hard.
Nonostante che paghi profumatamente l'imprenditore è antipatico, arrogante. E l'Alligatore si convince presto che non gli stia nemmeno dicendo tutta la verità. Probabilmente sa più di quello che dichiara di sapere. Nelle indagini il detective privato si fa aiutare come al solito dai due soci, Beniamino Rossini e Max, detto "la memoria". Sono due ex carcerati dai modi sbrigativi e, a volte, un po'' violenti. Malviventi vecchio tipo che in passato hanno rubato, per principio, solo ai ricchi.
Le uniche tracce che Alligatore ha in mano sono un fiore di corda lasciato dai rapitori come firma e la casella di posta elettronica dove Helena dialogava con i clienti. La ragazza si faceva fotografare in pose sadomaso per due milioni di vecchie lire alla presenza del marito consenziente: la e-mail per l'ultimo appuntamento potrebbe essere stata spedita proprio dai sequestratori.
Le indagini portano i tre investigatori a Torino, a Bergamo e a Roma. Il filo che seguono è sottilissimo e parte proprio dalla posta elettronica. Esisteva infatti una banda che contattava via internet le prostitute d'alto bordo o le donne sposate e ricche in cerca di emozioni forti. La gang filmava queste ultime di nascosto e poi le ricattava minacciando di far vedere i video ai mariti.
Ma il pericolo vero è che Helena possa essere stata usata dalla banda come protagonista di pellicole estreme dove la vittima viene alla fine uccisa. Questo tipo di film, l'Alligatore scopre, ha un mercato vastissimo e molti acquirenti sono disposti a pagare qualsiasi cifra per averne una copia...