Il romanzo di Viola Di Grado, Settanta acrilico trenta lana (Edizioni e/o) ha vinto a sorpresa il Premio Campiello Opera Prima perché, recita la motivazione, «si impone subito per l'invenzione linguistica, spinta fino alla visionarietà. (…) Si capisce che il romanzo è di una spiccata originalità, ed è contemporaneamente racconto di una non comune crudeltà. Vi spiccano figure come quella del padre (trovato morto in macchina con l'amante), quella della madre con il tic di fotografare buchi di qualsiasi genere, quella del fidanzato che inizia la protagonista agli ideogrammi, quella del fratello del fidanzato che va tagliuzzando i vestiti del negozio del fratello; gli stessi vestiti che lei, la protagonista, ama indossare dopo averli raccolti dai cassonetti dell'immondizia». «Per essere l'opera prima di una giovanissima scrittrice- afferma la giuria- il romanzo è di grande maturità sia per struttura che per costruzione linguistica».
Viola Di Grado, catanese, ha 23 anni. Raggiunta telefonicamente a Londra, dove studia filosofia cinese, si dice «sicuramente sorpresa, contenta ed emozionata» per il premio. Riguardo al romanzo, afferma che «non è autobiografico, per fortuna; è nato dall'idea di un buco dove sono cadute le parole, ed è uno scontro tra un'infinità di linguaggi diversi». «L'originalità per me è fondamentale - precisa. Il mio motto è: sii originale o muori. Cerco sempre cose nuove e mi considero un po' ribelle».