Un nuovo film tratto da un suo romanzo?
«No, è una storia che ho scritto direttamente per lo schermo. Il film si chiama Odette Toutlemonde, ed è una storia damore dopo i quarantanni. Una commedia sulla felicità».In Quando ero unopera darte la ricerca della felicità passa perquella della bellezza. Che cosè per lei la bellezza?
«La bellezza non esiste oggettivamente. È un sentimento totalmente soggettivo che si prova davanti a certi oggetti, o a certe persone. Ogni epoca propone dei canoni estetici che semplicemente non hanno realtà, e che per fortuna cambiano ogni dieci anni. Lunica cosa che riesce a fabbricare la bellezza è lo sguardo dellaltro. Così come si può rendere belli gli altri con uno sguardo».Fin dal titolo, nel libro ha scelto la prima persona singolare, lasciando supporre che Adam bis, luomo che diventa opera darte, sia un personaggio autobiografico. È così?
«Sì, è senzaltro una mia proiezione. Da adolescente ho tentato il suicidio, e ho faticato ad accettare il mio corpo. Anchio, come Adam bis, ero pieno di inquietudini personali, che fortunatamente ho superato».Una definizione: che cosa è per lei larte?
«È un momento effimero catturato per leternità, leffimero aggrappato alleffimero, un momento del mondo fissato per sempre e mostrato per sempre agli altri. Larte è la lotta contro il nulla, contro la morte, non contro leffimero, che invece esalta. È la volontà di fermarsi per contemplare, è la meditazione, è unesperienza spirituale. E non ha niente a che vedere con la provocazione».Sempre più difficile: la felicità allora cosè?
«Il prodotto di una conoscenza filosofica di sé. Per essere felici bisogna conoscersi, accettarsi e rifiutare i modelli di felicità degli altri. La felicità è la ricompensa del saggio».