In una casa accanto al cimitero di Leeds, vivono Camelia e sua madre in un mutismo alienante interrotto soltanto da una comunicazione fatta di sguardi. Le due donne passano il tempo insieme a loro modo, una traducendo manuali di istruzioni per lavatrici, l’altra fotografando ossessivamente buchi di ogni tipo.
Ma qualcosa cambia quando Camelia incontra Wen, un ragazzo cinese di cui s’innamora che le insegna la sua lingua e le fa conoscere le potenzialità espressive e comunicative degli ideogrammi. Lui, però, sostiene di non poter corrispondere i sentimenti della ragazza, lasciandola nel dubbio di aver commesso qualcosa di sbagliato. Ma le cose non stanno esattamente così…
Un romanzo sull’alienazione urbana tra purezza e ferocia dei sentimenti umani, raccontata da una voce nuova del panorama letterario italiano: Viola Di Grado, 23anni, è catanese ma vive e studia a Londra. Settanta acrilico trenta lana è il suo romanzo d’esordio.