Un romanzo che mette il dito sulla memoria scomoda del genocidio ruandese e delle responsabilità francesi su quanto accaduto. Bussi traccia un affresco storico, tra fiction e cronaca, che incrocia tre generazioni e ripercorre una delle pagine più nere della Storia. Gli occhi da cui osserviamo le vicende sono quelli di Jorik, ex militare francese, della figlia Aline, avuta da una donna ruandese, e della nipotina Maé. Una gita naturalistica nel Paese africano si trasforma in un ritorno alle radici e nella riscoperta del passato tenebroso. Sullo sfondo il diario puntuale di Esperance, madre di Aline, costretta a fuggire in mezzo alle atrocità. Un libro per non dimenticare.