A Lipari non succede mai niente, e in agosto non "deve" succedere mai niente, secondo il commissario Laganà. Ma ci scappa il morto e l'indagine tocca a un golden boy della Polizia che sbarca sull'isola da Milano, soffre il mal di mare e ha una brutta cicatrice sulla coscia, di quelle che continuano a portarti all'inferno del tuo passato. Francesco Musolino in "Giallo Lipari" riannoda con destrezza - compiacendo chi ha amato il suo precedente romanzo "Mare mosso" - i fili con quella storia nera di mare, e fa esordire Giorgio Garbo, 'u milanisi, ispettore che di problemi, di suo, ne avrebbe anche abbastanza.
Il nostro non farà in tempo a capire dove sta, perché un cadavere recuperato vicino ai faraglioni, nel posto più romantico che c'è, lo condurrà, di indizio in indizio, su uno yacht che ospiterà la festa più attesa dell'estate. Non sarà solo il nostro Guardo, perché Musolino gli mette appresso donne in gamba, devote al lavoro e con una dose abbondante di autostima che servirà da carburante per tutto il resto dei comprimari. Belle pagine di scienza criminale, sguardo ai drammi di oggi, ritmo assicurato, insomma leggete "Giallo Lipari "perché sull'isola, credetemi, ad agosto succede di tutto.