Non ti meriti nulla
Autore: Sonia De Risi
Testata: Cuore d'Inchiostro
Data: 26 ottobre 2011
Non immaginavo un coinvolgimento totale da questo romanzo, dal titolo duro e dalla copertina difficile da capire, se non lo si è letto prima. Non avevo idea di cosa aspettarmi, ma ero convinta che mi sarei trovata di fronte ad una storia intrisa di realismo e pessimismo, che alla fine non avrebbe rispecchiato le mie idee o peggio ancora i miei ideali. Ma da buona lettrice, avrei cercato di comprenderne le ragioni.
Insomma il libro era già stato schedato e valutato prima ancora di dare uno sguardo all’incipit. Ho dei paraocchi assurdi, e non me ne rendo conto!
Ecco che mi accingo a mettermi comoda, ad aprire il libro leggendo le prime righe e mi ritrovo immediatamente avvolta da quelle pagine e, cosa ancora più importante, smentita nelle mie convinzioni.
Il mio primo immediato pensiero è stato “Cavolo, questo Maksik sì che sa scrivere!”.
Stupore e soddisfazione di ritrovarmi tra le mani qualcosa che andava al di là delle mie limitate aspettative.
Un romanzo che racconta una storia, inizialmente bella - come si evolverà e come si concluderà ovviamente non sta a me dirlo – di tre persone, tre vite che si incrociano e si incontrano. Da quell’incontro dipenderà il destino di ognuno di loro: Will, un insegnante di letteratura a Parigi, Gilad, un ragazzo arabo con una famiglia alle spalle non troppo facile, e Marie, una ragazza dolce e innamorata. I loro destini si uniscono a Parigi, ma quel che si respira nel romanzo non è l’atmosfera della città dell’amore, è aria di scuola, di rapporti insegnanti-alunni, di rivendicazioni di libertà, proteste, voglia di crescere, voglia di cambiare il mondo.
Will riesce a presentarci un mondo che può essere accettato così com’è o che può essere cambiato: la scelta sta ai suoi studenti, o meglio sta agli uomini. Will non spiega ai suoi studenti Shakespeare o Sartre: fa vivere loro ciò che quegli uomini hanno sentito, visto, passato per arrivare a esprimere quei concetti e quei sentimenti fino a trasmetterli a noi. Will è l’insegnante che tutti vorremmo, fuori dagli schemi, fuori dalle regole. Eppure un’ora con lui vale più di ogni altra lezione regolare. Noi tutti abbiamo già conosciuto un Will, l’abbiamo trovato tanti anni fa nel professor Keating, e abbiamo capito, tra brividi e lacrime, che queste persone non riescono a portare a termine ciò che iniziano, non durano, vengono sempre ostacolati. Lasciando un segno indelebile del loro passaggio.
Anche in me.
Avrei dovuto parlarvi delle vite trasformate dall’incontro con Will di Gilad e Marie. Entrambi affascinati dall’insegnante, entrambi innamorati di lui. Avrei dovuto raccontarvi che ciò che accade viene raccontato in prima persona di volta in volta dai tre protagonisti, dandoci la possibilità di vivere quelle situazioni attraverso i loro diversi punti di vista. Avrei dovuto dirvi che non sempre un insegnante carismatico come Will lascia un’impronta positiva, a volte qualche vita può essere rovinata (...anche il professor Keating ci era passato).
Ma non so essere obiettiva, non so esercitare la par condicio e dedicare lo stesso spazio a ognuno di loro. Per me questo romanzo è lui, Will Silver, sono le sue parole, i suoi incoraggiamenti, le sue stupende riflessioni. È il desiderio che una persona così possa esistere nella vita di ognuno, per quanto la vita personale di quell’insegnante non possa essere d’esempio. Un insegnante così ce lo meritiamo tutti.