«Lo scrittore toscano fa di tale stratagemma un'arte, lo scheletro di un noir che è un capolavoro di concisione e spigliatezza narrativa, una storia dove i fatti accadono e i personaggi sfilano asciutti e realistici come nelle colonne di una cronaca criminale: poco e marginale lo spazio lasciato alle congetture, giusto e speso bene quello riservato all'azione. Per non dire poi dell'originalità del soggetto - il lucrosissimo traffico internazionale di reperti archeologici etruschi - e della sarabanda che attende il lettore nei capitoli finali. Guai a smarrirsi nel suo vortice.»