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Protagonista a 70 anni: Haig sovverte le regole della storia fantastica

Autore: Loredana Lipperini
Testata: La Stampa
Data: 2 novembre 2024

«Matt Haig, il visionario scrittore inglese de La biblioteca di mezzanotte (fra l'altro), sceglie una settantaduenne come protagonista del suo nuovo romanzo, La vita impossibile, che esce per e/o nella traduzione di Silvia Castoldi. Ci stiamo dunque felicemente abituando alle protagoniste in età: da noi è Lidia Ravera a perseguire il cambio di prospettiva con giusta ostinazione, e fra i romanzi stranieri avevamo amato le storie di Spazzolare il gatto dell'ottantenne Jane Campbell. Certo, in questo caso parliamo di letteratura fantastica, e la faccenda si fa più interessante: perché la storia è il romanzo di formazione di una settantenne (del resto, cosa è Lo Hobbit di Tolkien se non il romanzo di formazione di un cinquantenne, anche se hobbit?). La signora in questione si chiama Grace Winters, è stata un'insegnante di matematica, è vedova da poco e ha perso un figlio, investito da un camion, quando era ancora un bambino. Quindi fa quello che si presume si faccia in queste circostanze e a quell'età: va al cimitero, parla con il marito morto, cura le vene varicose, si chiude in una malinconica quotidianità che la confina sempre più spesso nella sua casa a Lincoln, nelle Midlands, allontanandola persino dall'amato giardinaggio, e infine da ogni desiderio. Sono una nullità, dice di sé. Però non è vero, anche se non lo sa.[...] Haig definisce Grace come "Don Chisciotte vestito da Marks & Spencer": e Miss Marple non c'entra in questo caso. C'entra quella straordinaria magia che consiste nel rifiutarsi di usare un potere, qualsiasi potere, a proprio vantaggio. E usarlo per capire, invece, la meraviglia della vita.»