La scrittura di Sacha Naspini è un percorso fatto di deviazioni e di improvvisi ritorni alla strada maestra. Dopo Errore 404, uscito lo scorso febbraio, in cui lo scrittore maremmano sperimentava la fantascienza esistenziale scardinando passato, presente, futuro, con Bocca di strega (appena uscito per e/o) torna al romanzo fatto di tante storie, ognuna legata a un personaggio, ognuna parte di un grande affresco narrativo. E torna anche al tema dei sotterranei come scelta, dell' "autoseppellimento", stavolta però con una chiave differente, poco metaforica. Perché i protagonisti sono i tombaroli (raccontati anche da Alice Rohrwacher nel suo ultimo, bel film La chimera) che si muovono, nottetempo, negli antichissimi sepocri etruschi della Val di Cornia, rapiti dalla febbre della scoperta archeologica. E, soprattutto, dal lauto guadagno grazie al commercio clandestino. Il romanzo, ambientato negli anni Settanta, racconta un volto diverso della provincia italiana di quel decennio (non lontano da una Piombino incandescente città operaia, a Baratti cosche di profanatori di sepolcri millenari nascondevano cifre da capogiro accumulate grazie anche ai contatti con i collezionisti del mondo) e una Maremma che non è solo quella dei briganti o dei butteri. (...)