(...) Il libro di Coppo è una confessione intima e dolorosa, un viaggio nell'attrazione che il male può esercitare, ma anche, simbolicamente, una memoria di dolore, come racconta il protagonista Ettore facendo riferimento alla manganellata presa durante una carica: «Quando siamo ridotti male la salute ci sembra un ricordo lontano; ma quando stiamo meglio, il ricordo del male si appanna in pochi giorni, e ci dimentichiamo di celebrare la guarigione». Una guarigione che, nel riconoscere la parte sbagliata, fa il primo passo verso una nuova strada, un nuovo bivio.