Ingannare gli altri per ingannare sé stessi.
Si può essere lucidamente cattivi e menzogneri.
Oppure si può essere vittime innocenti di chi vuole solo il tuo male.
Non ci sono confini, perché le due cose non combaciano.
E quindi, un uomo qualunque, nel bel mezzo della sua vita perfetta e normalmente scorrevole può improvvisamente venire accusato di violenza. Un comportamento biasimevole e sbagliato che deve essere punito con la prigione. E non importa a quanto i fatti risalgono. Usare violenza fisica su una donna è sbagliato e riprovevole. Non si giustifica con il tempo e non va in prescrizione.
Così, Andrea Arcardi, famiglia e vita da copertina viene arrestato per avere aggredito una compagna di classe che non vede da decenni.
Da questo punto in poi, il genio narrativo di Sacha Naspini prende il sopravvento su tutta l’architettura narrativa e il lettore si perde tra pagine di interrogatori, flash back surreali, cambi di tempo e spazio e nel dubbio atrocissimo di assolvere o condannare il protagonista.
Far perdere il lettore fa parte del progetto autoriale originario ed è la cosa più bella che può capitare a chi ama la lettura. I generi sono pressoché una invenzione editoriale. Non tolgono né aggiungo nulla a una passione. Non determinano il piacere nel lettore. Chi legge ama un libro per infinite motivazioni che, spesso, entrano pure in competizione tra loro. Lo scopo ultimo è conservare il piacere della lettura. (...)