(...) Sacha Naspini con questo libro ha costruito un’iperbole eccezionale, trasformando il tema del gusto e del ricordo del gusto in una dimensione esistenziale. Ciascuno di noi ha nella cassetta della memoria dei pezzi di vita legati a qualcosa che ha assaggiato per la prima volta. E su ciascuno di questi gusti è possibile costruire delle traiettorie, tornare indietro nel tempo, oppure fuggire in avanti. Basta chiudere gli occhi e sulle papille gustative tornano almeno un paio di sapori con la caratteristica di farci fare un viaggio nel tempo. Sacha Naspini attorno a questa nostra dipendenza gastronomica e astronomica ha saputo costruire un filo narrativo, inventando un mondo diverso, forse parallelo al nostro. Nel farlo è stato talmente bravo da farci venire il dubbio che esista davvero una dimensione come quella di Errore 404, oppure che sia esistita insieme al suo protagonista, magari poco prima che un virus arrivasse a toglierci gusto e olfatto.