Tra eros e assenza, tra vita e vita virtuale, tra l'incontro di persona e la comunicazione a distanza si sviluppa questo lungo racconto di Chiara Mezzalama che si svolge ai tempi della pandemia e ci fa capire come quei giorni abbiano spezzato il cuore metaforicamente a molti, come è successo invece davvero a Olivier, l'uomo amato, nel momento in cui finalmente lei lo stava per rincontrare dopo il lockdown.
Una storia di sentimenti e sesso quindi, concreta e vera, che rimargina le ferite di una separazione dolorosa da un marito che non è riuscito a accettare le scelte della moglie, di Chiara di andare coi due bambini piccoli a vivere a Parigi e dedicarsi alla scrittura. Un libro quindi che sanguina con le parole che pian piano ridanno vita al corpo congelato dal lutto, che si interroga, si rapporta alla natura, scivola inevitabilmente nei ricordi, che vibrano come il desiderio di allora, come il desiderio ora orfano. Nasce anche un confronto implicito tra la morte ingiusta, improvvisa nel pieno dello slancio vitale di Olivier e quella naturale del padre dopo una vita lunga, ricca e piena in famiglia, tutti assieme, vicini, non sentendo la pelle che brucia, disertata dalla sua assenza. Sola e nascosta. Abbandonata. (...)