Un incontro con la morte, con la quale tutti ci confrontiamo, ma che nel caso di una giovane donna che, dopo un matrimonio finito, incontra la passione assoluta e la perde, è particolarmente duro da affrontare.
Leggere e rileggere le parole che Chiara Mezzalama affida al suo libro che ha intitolato Le nostre perdute foreste , è un viaggio doloroso nell’abisso del lutto, della perdita, della desolazione causata da una morte improvvisa, inattesa, “bastarda”.
Scritto in francese e poi tradotto in italiano per E/O dalla stessa Chiara, la storia ci afferra nel profondo della coscienza, una pietra in fondo a una palude, un incontro con la morte con la quale tutti ci confrontiamo ma che nel caso di una giovane donna che, dopo un matrimonio finito, incontra la passione assoluta e la perde, è particolarmente duro da affrontare.
La storia di Chiara e Olivier, che si sono conosciuti da poco, che divengono amanti clandestini, lei libera, lui sposato e ancora incerto se abbandonare la famiglia, ci viene descritta come una folgorante tempesta emotiva, nutrita da una sessualità libera, forte, selvaggia, che esplora i corpi, i loro odori, le reazioni esplosive, l’incredibile felicità di essersi trovati. (...)