«Cosa ti aspetti, da un nuovo noir di Michel Bussi? D'essere trascinato in trame vorticose, in misteri apparentemente insolubili che però alla fine trovano una grandiosa spiegazione logica. Perché Bussi costruisce, con inimitabile maestria, gli equivalenti narrativi di un cronometro Grandes Complications. Prendete l'apparentemente normale inizio di questo nuovo Tre vite una settimana con la poliziotta Katel Marelle che deve indagare sulla morte di un uomo che ha fatto un volo di venti metri da un belvedere nelle Ardenne. Niente di straordinario. Ma poi il suo vice va dalla capitana Marelle e le riferisce che il morto aveva su di sé non una bensì tre patenti di guida, intestate a tre uomini diversi ma che hanno lo stesso volto e sono nati lo stesso giorno in tre diverse città della Francia... Tre uomini con tre diverse famiglie. Tre vedove, tre vite. E un cadavere solo. Se avesse letto Bussi, Katel saprebbe che alla fine c'è sempre una soluzione del mistero, che soddisferà anche il lettore più ostico».
